di Marco Regi – L’auditorium gremito del Conservatorio Superior de Música «Manuel Castillo» di Siviglia ha accolto con grande partecipazione il percussionista francese Thierry Miroglio.
E’ accaduto il 6 aprile scorso nel secondo concerto del convegno “II Encuentro Internacional de Compositores” che si è tenuto dal 4 all’8 aprile ed ha ospitato compositori e musicologi europei. Un’ottima iniziativa voluta dal M. Israel Sánchez López, Direttore del Conservatorio, e dal Dipartimento di Composizione con a capo il M. Francisco Martin Quintero,
Thierry Miroglio conduce una brillante carriera di solista che ha rivelato una solida capacità tecnica, una profonda dimensione espressiva ed una curiosità brillante rivolta alle sonorità contemporanee.

Il programma del concerto metteva in luce l’interesse della musica contemporanea per le tradizioni musicali extraeuropee come quella cilena, ucraina o indonesiana, ripensate anche con l’uso dei mezzi elettronici. Si è percepito anche il desiderio di trovare nella letteratura o nella scienza una fonte di ispirazione, come nei brani di Sebastiani e Parra.
Il concerto si è aperto con Boeuf, composto nel 2017 dalla compositrice cinese Xu Yi (1967) e dedicato a Miroglio: si ispira al premio Nobel cinese per la letteratura Mo Yan, autore del romanzo Sorgo Rosso. La Yi rintraccia nelle parole di Yan un valore estetico condivisibile: “ il “Bue” e l’uomo realizzarono un eco, il bue è l’uomo, l’uomo è il bue. I combattimenti tra l’uomo e il bue simboleggiano le lotte tra le persone”.
A seguire Sophie Lacaze (1963) che si è interessata dal 1996 alla musica di tradizione delle culture extraeuropee, soprattutto a quella degli aborigeni australiani, da cui è rimasta influenzata. Ha presentato Maye per vibrafono e gong composto nel 2014 in cui usa il pelog, una delle due scale essenziali della musica gamelan originaria di Bali e Java in Indonesia. A Java si dice che questo termine deriva dalla parola pelag che significa “bello o bellezza”.
Un diverso ascolto ha imposto Mineral Life per percussioni, composto da Hèctor Parra (1976) nel 2010, che è attualmente “pensionnaire” all’Accademia di Francia a Roma.
Parra riflette sulle origini della terra rifacendosi ad alcuni biologi i quali ritengono che “la vita nel nostro pianeta” è iniziata grazie a “sistemi di organismi”. Ispirandosi a queste teorie ha creato una struttura sonora musicale simile ad un grande processo biologico su larga scala. Si è percepito che le figure musicali erano organizzate secondo un percorso sempre più complesso: da elementi monodici e lineari si è passati ad articolazioni polifoniche e multiformi.
Le capacità tecniche di Miroglio hanno messo in luce la grande varietà di timbri presenti: da quelli più tradizionali a suoni prodotti dallo sfregamento della membrana con guanti appositamente progettati.
Ai limiti del silenzio è iniziato Lo Scarabeo d’oro dell’italiano Fausto Sebastiani (1962), compositore presente nei Festival più importanti come la Biennale Musica di Venezia.

Composto nel 2017 Lo scarabeo presentava una scrittura solistica virtuosistica che si integrava all’interno di un organico eterogeneo: un vibrafono, alcune percussioni “a membrana” e dei gong.
Il titolo rimanda a un riferimento extramusicale e nello specifico a un racconto di Edgar Allan Poe, in cui si mette in scena la ricerca di un tesoro sepolto.
Ogni tipo di strumento ha un ruolo: il vibrafono incarna lo scarabeo dorato, le “pelli” rappresentano una mappa e più in generale il “raziocino”, i gong l’aura di “mistero”. Miroglio è riuscito a restituire con grande capacità un senso unitario della forma e del suono.
Jeremìas Ittura, il quarto compositore del programma, nato nel 1983 in Cile, tiene un Master in composizione al Conservatorio Superiore di Lione. Il brano Impresiones de sosiego y espanto del 2016 vedeva l’impiego del Cajón, uno strumento a percussione a forma di scatola originario del Perù, e dell’elettronica.
Sin dall’inizio Miroglio ha avuto un rapporto intenso con questo strumento: era seduto sopra ed era un unico corpo che ballava, colpiva, graffiava, eseguendo una materia sonora molto complessa. L’elettronica riusciva ad unire questo corpo per metà uomo e per metà legno.
Ha concluso il concerto Nord / Ouest per percussione ed elettronica della compositrice ucraina Alla Zagaykevych classe 1966. Il pubblico ha capito che si stava ascoltando una musicista multiforme ed eclettica, capace di comporre musica elettroacustica o per il cinema.
Nord / Ouest riprende nell’elettronica le voci poderose, dal timbro brillante e acuto, della regione Rivne Polissya dove si è sviluppata una vocalità primitiva, allo stesso tempo libera e rigorosa. Il titolo rimanda ad un’idea che Miroglio ha interpretato con estrema abilità: esprimere un suono complesso derivato dalla combinazione dell’elettronica e degli strumenti con elementi del folclore musicale.
Il pubblico ha espresso con applausi convinti un’adesione alle musiche attuali e alla sensibilità espressiva di Miroglio.
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