Cosa ci fanno degli studenti in un laboratorio di gelateria? E un gelataio in una classe di seconda media che spiega agli alunni la tecnica di bilanciamento dei gusti? E perché ogni sabato tutti corrono verso il “Carpe diem”? A Roma esiste una gelateria che è anche luogo di formazione, creatività e progettualità. Si chiama “Strawberry fields” ed è nata nel 2011 dal sogno di Geppy Sferra.
Un sogno coltivato da oltre vent’anni, da quando cioè Geppy, giovane gelatiere “sotto padrone” capì, verso la fine degli anni ‘80, che l’unico modo per realizzare e proporre il “suo” gelato sarebbe stato quello di aprire in proprio una gelateria. Ma servivano risorse ed esperienza, in quel momento troppo esigue. E così la sua strada prese – momentaneamente – una direzione diversa.
Geppy e la moglie Oretta sono dei bravi grafici e lavorano insieme. Hanno una bella famiglia, sono impegnati nel sociale. Un bel giorno si rendono conto che è arrivato il momento giusto per riprendere quella direzione e portare a compimento il vecchio sogno: aprire una gelateria artigianale, usando le migliori materie prime e producendo un prodotto speciale.
Nasce così, a via Tor de Schiavi, la prima sede di “Strawberry fields”. Conduzione familiare, neanche a dirlo. Geppy con la figlia Marta in laboratorio, aiutati in vendita dal resto della famiglia.
In pochissimo tempo, vista l’alta qualità del gelato e il successo che ne consegue, grazie anche al coinvolgimento di altri amici e collaboratori, aprono una seconda sede, a viale Bardanzellu 77, nel periferico quartiere di Colli Aniene. L’esperienza decolla, soprattutto perché Geppy è appassionato di questo mestiere e sforna di continuo nuove idee.
Geppy Sferra mentre lavora il gelato nel mantecatore
L’appuntamento più collaudato, che va avanti da anni, è il Carpe diem (Cogli l’attimo) del sabato pomeriggio: ogni settimana alle 18 Geppy apre le porte del suo laboratorio e distribuisce assaggi gratuiti di gelato appena uscito dal mantecatore, proprio per cogliere l’attimo fuggente di un gusto unico che si può assaporare solo in quel momento.
“Ci sono vari modi di mangiare un gelato e altrettanti per produrlo. Noi proponiamo di mangiarlo conoscendone l’origine e il contenuto, e certi della sua preparazione artigianale, senza sintesi o scorciatoie di alcun tipo”.
Con gli anni il Carpe diem si è unito in partenariati speciali: con chef e ristoranti famosi, con Slow food, con produttori di miscele di caffè artigianali. Ecco allora il sabato dedicato al gelato al caffè, quello in cui si assapora il sorbetto al limone insieme a ‘o cuoppo napoletano, detto anche “Carpe diem con l’ospite”.
Ma l’esperienza più significativa è il progetto portato avanti da un paio d’anni in collaborazione con l’Istituto comprensivo Angelica Balabanoff, nel quartiere Colli Aniene, grazie a docenti altrettanto appassionati del proprio lavoro, in primis Federico Abodi, insegnante di italiano, storia e geografia.
In classe a “lezione di gelato”
Studenti di seconda e terza media hanno frequentato una vera “scuola di gelato”, con teoria e pratica. Lo scorso anno 20 alunni di seconda media hanno prodotto, nell’arco di mesi, riflessioni e cartelloni e si sono cimentati concretamente nella produzione: Geppy ha messo a disposizione il suo laboratorio e i ragazzi hanno imparato a far nascere gustose creme.
Ne è uscito un piccolo libro e un sito internet (www.ognunohaisuoigusti.altervista.org). Il divertimento è assicurato, sia durante il lavoro sia alla fine dell’itinerario, con una grande festa conclusiva nella piazza davanti alla gelateria e i gusti ideati e preparati dai ragazzi stessi.
“I ragazzi sono entusiasti del progetto – conferma l’insegnante Federico Abodi -. Imparano divertendosi e al tempo stesso iniziano a conoscere e ad entrare nel mondo del lavoro. E’ un modo diverso di fare scuola, che permette agli alunni di affiancare allo studio l’esperienza diretta”.
Quest’anno scolastico, con il patrocinio del IV Municipio del Comune di Roma, è in corso la seconda edizione del progetto, intitolata “Un mondo di gusti”, centrata in particolare sui temi dello sviluppo sostenibile e della biodiversità: due le classi coinvolte, con gli studenti dello scorso anno che ora fanno da tutor ai più piccoli.
Il progetto va avanti da gennaio e fino al 20 maggio, quando ci sarà la festa finale “Strawberry festival 2017” con la sfida tra i tre gusti vincenti. I ragazzi ascoltano in classe lezioni su come fare il gelato, su “gusti, colori ed emozioni” descritte da due psicologhe, imparano alcuni principi di educazione alimentare da dietisti, parlato di territori e biodiversità con membri di Slow food, di solidarietà internazionale, sviluppo sostenibile e commercio equo con l’associazione Sal (Solidarietà con l’America Latina) e Pangea-Niente Troppo.
Nei round di pratica in laboratorio si sfidano due squadre dai nomi evocativi come i gusti del gelato: Mediterraneo per il gusto latte e frutti di bosco, Antartide per la mandorla di Toritto, Grand Canyon per la crema al mandarino di Ciaculli, Himalaya per il cioccolato “fino de aroma”, Sahara per la crema all’uomo, Amazzonia per il pistacchio e così via…
Alla fine rimarranno in gara solo 3 gusti e il 20 maggio qualcuno riceverà il premio dalla giuria popolare, da una giuria tecnica e una didattica.
I prossimi appuntamenti con i ragazzi in gelateria saranno il 22 aprile alle 18, in entrambe le sedi, per cogliere l’attimo. E naturalmente, il 20 maggio.
Ideatrice e direttrice responsabile di B-hop magazine. Giornalista professionista, lavoro dal '98 all'agenzia Sir. Laureata in Lingue e letterature straniere moderne, ho scritto romanzi, testi teatrali e saggi e viaggiato (tanto) nel Sud del mondo. Instancabilmente curiosa di nuove avventure, dentro e fuori di me, ho voluto B-hop per portare bellezza, fiducia e consapevolezza nel mondo dell'informazione.