di Alessandra Tarquini – Un giorno la maestra delle elementari ci diede un compito: “Bambini, per domani dovete rispondere a questa domanda “Quando siete felici?”. Mi chiesi perché la mia insegnante fosse così interessata alla nostra felicità. Con il tempo capii che anche quel compito fu un suo modo per dimostrare affetto e interesse per la crescita dei suoi studenti.
Quell’elenco sembrava non finire mai. Lo lessi a cena a mia madre, mio padre e mia sorella e anche quello fu un momento di felicità. Riempii due pagine con una scrittura che iniziava a diventare quella che ancora oggi scorre nelle pagine dei miei taccuini, immancabili nella borsetta e che mi rendono molto felice.
Ci misi dentro la danza, i giochi con i bambini del mio quartiere, la lettura, i puzzle, le domeniche al parco, il rientro di papà a casa il venerdì, i salti sul letto e le cuscinate con mia sorella, le visite dai nonni lontani, i viaggi in macchina verso la montagna o il mare, l’arrivo mensile delle lettere della mia amica di penna, lo zabaione e il pane con il pomodoro che preparava mia nonna per merenda. Quella domanda continua a tornare nella mia vita e ho imparato anche a rincorrere la risposta senza farmi nessuna domanda. E questo mi rende molto felice.
Consiglio a tutti di trovare un momento per tracciare la mappa della propria felicità e poi di insistere nel seguire la strada per raggiungerla. Anche il percorso è molto interessante.
In questo esercizio può aiutarvi “Sulla felicità” lo spettacolo della compagnia Sosta Palmizi, andato in scena con successo nei giorni scorsi a Roma al Teatro Vascello, la cui ideazione coreografica e direzione artistica è di Giorgio Rossi. Dopo Roma, “Sulla felicità” arriverà in Toscana il 19 dicembre al Teatro delle Arti, Lastra a Signa(in provincia di Firenze), e il 20 dicembre al Teatro De Filippo a Cecina (Livorno).
Vedrete in scena 12 danz-attori – Mariella Celia, Eleonora Chiocchini, Olimpia Fortuni, Gennaro Lauro, Silvia Mai, Francesco Manenti, Daria Menichetti, Fabio Pagano, Valerio Sirna, Cinzia Sità, Cecilia Ventriglia – correre, cadere, cantare, ridere a crepapelle e poi piangere, tirare fuori dalla memoria aneddoti della loro vita e di quella di altri, urla nascoste, svelarvi, non senza rossori e ammiccamenti, la loro idea di felicità. Resterete colpiti da quanta forza possa generare un corpo che si muove in uno spazio. Padre Pio e Pina Bausch troveranno spazio in questo flusso felice.
Il palcoscenico si riempie di musica e di umanità colorata, forte, maldestra, veloce, semplice, ironica e vera. Uomini con pellicce, scope, parrucche, occhiali da sole. Donne che sferrano colpi ad un peluche, che rincorrono microfoni e luci della ribalta. Uomini e donne capaci di spingere allo stremo ogni movimento e di muoversi leggiadri come stormi di uccelli, divorare spazi, creare vortici di energia e lasciarsi cadere per terra, esausti, senza sorriso, ma felici.