(di Patrizia Caiffa) – Il 18 maggio per Flavia, Silvia e “Vanesso” è stata una vera ripartenza, in tutti i sensi. “Vanesso” è il nome che le due giovani romane hanno dato al furgone che hanno trasformato in camper, con l’aiuto di due amiche falegnami di Palermo.
Così hanno messo a frutto il lockdown. E da Palermo è iniziato il loro viaggio on the road che le sta portando a scoprire esperienze innovative in tutto il Sud Italia, fino a Roma.
Ovviamente con autocertificazione per lo spostamento tra regioni: “motivi lavorativi” e “ritorno al domicilio” .
“Abbiamo avuto un’idea”, così giocano a presentarsi Flavia Migani e Silvia Tagliaferri, 32 e 33 anni, nel loro primo video caricato su Youtube nel profilo Unauno on the road, che riprende il nome del brand dei loro abiti artigianali.
Flavia e Silvia sono spontanee, sorridenti, simpatiche, leggere, hanno il sole negli occhi.
Anche se non hanno mai avuto esperienza di videomaking né mai si sono esposte sui social in prima persona, durante i due mesi e mezzo di lockdown nel capoluogo siciliano hanno saputo veramente trasformare la crisi in opportunità.
“Siamo state un anno a Palermo per gestire un negozio di abiti artigianali”, raccontano a B-hop magazine.
Inizia una e continua l’altra e ad un certo punto non sai più se a parlare sia Flavia o Silvia. Una gag divertente che usano anche nei loro video. Tutti girati e montato con un semplice smartphone e una App.

Perché avete deciso di tornare a Roma proprio ora? “La Sicilia è meravigliosa, abbiamo imparato tante cose e torniamo con più consapevolezza – rispondono -, ma vogliamo dare un contributo alla nostra città. Il viaggio è per noi un momento di studio e di esperienza, da mettere a frutto per la nostra attività”.
Non solo. Scavando scavando si scopre che Flavia è incinta di 5 mesi ed entrambe tornano a casa dai rispettivi compagni.
Un’amicizia molto affiatata – si conoscono da 12 anni – nata all’Accademia di costume e moda. Ora sono una “coppia lavorativa”, perché disegnano e realizzano gli abiti che vendono. Hanno imparato il cucito durante corsi vari, uniti all’esperienza palermitana.
Il loro sogno-progetto è di aprire un negozio con il marchio Unauno nella capitale, preferibilmente al quartiere Pigneto.
Da qui l’idea del viaggio da documentare in video, una sorta di itinerario formativo a metà tra il brand marketing e la costruzione di una rete di contatti reali, necessari per l’avvio e il consolidamento del progetto.

Il lockdown è servito per mettere a punto l’itinerario: “E’ stato un importante momento di apprendimento. Ci è stato utile per sfrondare i rami secchi e focalizzarci sulle cose importanti. Abbiamo cercato on line iniziative interessanti e innovative e mandato mail – una sorta di ‘lettere d’amore’ – a tutti, spiegando la nostra storia e perché vogliamo incontrarli”.
Le risposte affermative non si sono fatte attendere: l’agenda delle due ragazze ha già 16 appuntamenti confermati, in Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Molise, Campania e infine Roma. Arrivo previsto: 15 giugno.
“Dopo due mesi e mezzo di quarantena e vita lenta – confidano – ora l’aspetto più difficile è trovarsi ogni giorno con persone, dialetti, esperienze diverse. Ci arrivano stimoli enormi. Non siamo né giornaliste, né videomaker, perciò improvvisiamo, alternando un giorno di incontri e un giorno per il montaggio del video. Siccome non siamo esperte ci vuole più tempo. E’ tutto bellissimo ma molto faticoso”.
La prima, immediata rivelazione, è stata scoprire che tutti le accolgono a braccia aperte.
Le tappe siciliane sono state la Farm cultural park di Favara (in provincia di Agrigento), dove i fondatori Andrea Bartoli e Florinda Saieva, solitamente in giro per il mondo come ambasciatori della loro visione – una imponente opera di trasformazione di un paese in degrado attraverso l’arte –, le hanno addirittura invitate a pranzo.
“Siamo state fortunate – raccontano -. Andrea e Florinda ci hanno hanno accolto come figlie. Il fatto che con la quarantena non incontravano persone da tanto tempo ha giocato a nostro favore”.
Poi sono andate da “Periferica“, progetto di rigenerazione urbana in provincia di Mazara del Vallo, poi nelle Eolie per visitare l’associazione di artigiane ed artigiani “Made in Salina“, dal disegnatore e street artist Emanuele Poki a Catania, poi a Cosenza per il Cose belle Festival…
Il programma è ampio e include anche negozi competitor ai quali ispirarsi, e industrie virtuose come il lanificio Pecore attive di Altamura, che usa lana di pecore autoctone.
E spazi culturali inediti come “Volevo solo aprire un museo” a Matera. Tante altre proposte si aggiungono cammin facendo “ma non sappiamo se ce la faremo a vedere tutto”, precisano.
“Il viaggio si sta trasformando da momento di studio in reportage sociale sulle conseguenze del Covid-19 a livello locale
e sul ruolo delle amministrazioni nei confronti delle attività produttive”.
Il van camperizzato “Vanesso” si sta rivelando un amico fedele che accompagna le loro scorribande su autostrade e strade regionali, alla scoperta di
“quel barlume di qualcosa che ancora non c’è”.
E’ ciò che Flavia e Silvia hanno intravisto nelle storie che stanno raccontando. Noi da oggi le seguiremo passo passo. Fino a Roma. Buon viaggio!
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