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Home E-volver

Le parole che guariscono

Alcuni medici usano parole di morte e di impotenza quando danno le diagnosi: niente di più sbagliato. Servono parole di speranza e guarigione per riattivare le ragioni per vivere

di Marie Noelle Urech
11 Gennaio 2023
in E-volver
Tempo di Lettura: 2 mins read
39 1
A A
Parole di guarigione, incontro di mani e cuori

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

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di Marie Noelle Urech – Le parole che usiamo hanno un potere immenso nelle nostre vite e in quelle degli altri. Sono veicoli di energia e di potere.

In greco “Logos” è la parola come espressione di un pensiero e si carica di altri significati importanti come mediazione tra il divino e il mondo, immagine del Divino, forza vitale che regge gli elementi e altri significati filosofici.

La parola crea e distrugge. Quando critichiamo qualcuno, lo annulliamo; quando gli diciamo “ti amo”, creiamo un nuovo universo.

Purtroppo mi confronto spesso con medici che usano parole di morte e di impotenza quando danno le diagnosi. Non si rendono conto che le parole che utilizzano creano un destino al paziente, avendo la valenza di una profezia. Proiettano sul paziente la loro propria frustrazione e impotenza, la limitazione imposta dall’industrializzazione della medicina e dove il fenomeno umano non ha più posto, diventando un oggetto (sia il medico che il paziente).

“Non possiamo nutrire false speranze” dicono per giustificare l’aridità e il freddo delle loro sentenze. Questo atteggiamento riflette il fallimento di un certo tipo di medicina sistematizzata, burocratizzata e dominata dall’hybris e dove ogni compassione e umanità è assente.

Quando togliamo la speranza a qualcuno, lo condanniamo a morte certa.

Dove si arena la medicina, inizia qualcosa su cui essa non ha controllo: il fattore umano ovvero le ragioni per vivere, l’amore, la capacità di credere che guarire sia possibile, la resilienza.

Alcuni medici, memori del giuramento di Ippocrate, sanno invece l’effetto delle parole che dicono e le scelgono, ben consapevoli di destare speranza e voglia di vivere nei loro pazienti, di accompagnare un processo di guarigione.

Numerosi casi di guarigione si sono verificati in persone per cui la medicina non poteva più nulla, ma le parole che hanno ricevuto erano parole di speranza e di potere.

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Marie Noelle Urech

Marie Noelle Urech

Ricercatrice, scrittrice e studiosa di varie discipline, in particolare della dimensione onirica. Dirige il Centro Terapie Mente-Corpo dell'Associazione Viriditas (www.viriditas.it) ed è ideatrice e formatrice del Metodo Connessioni Corpo Mente Spirito (CCMS), per la qualifica professionale di Facilitatori e Practitioner.

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Direttrice responsabile: Patrizia Caiffa
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