di Daniela Campana* – Si avverte l’urgenza di riflettere insieme su come riappropriarci di idee non omologate, libere da stereotipi e luoghi comuni, dal bisogno di piacere e compiacere o di creare divisione e dominare.
Idee creative, in grado di trovare nuove soluzioni, rispettose del pensiero altrui e dei limiti necessari per una convivenza che non contrapponga ma unisca, perché la società ritorni ad appropriarsi del proprio significato: unione, comunanza, condivisione.
Forse avremmo bisogno di creare nuovi momenti e luoghi di aggregazione in cui poter condividere pensieri sulla visione della realtà, della vita nel suo insieme e nei suoi differenti aspetti. Valorizzare i punti in comune e confrontarci con scelte e pensieri diversi.
Tempi in cui sostare con la mente aperta, dare voce alle nostre idee e ascoltare con amorevolezza e con desiderio di comprendere quelle degli altri.

Pensare, parlare, agire, attenti alla nostra e altrui individualità e diversità. Essere sempre più consapevoli che, nel rispetto dei limiti, quelli nostri (la nostra limitatezza) e quelli necessari a salvaguardare i diritti e la sensibilità altrui, possiamo compiere scelte volte ad aumentare il benessere personale e di chi incontriamo, partecipando ognuno con propri mezzi e talenti, alla costruzione del bene comune.
Non possiamo più sprecare tempo ed energia nell’accontentare pur di ricevere attenzione, nell’omologarci a un pensiero dominante pur di sentirci inclusi, nel serbare rancore per torti veri o presunti, nel reagire con aggressività alla prepotenza altrui.
Ci serve una falce che mieta ciò che è arrivato a maturazione e che recida ciò che ingombra il campo. La nostra energia va indirizzata a una nuova costruzione di senso, un senso fatto di amorevolezza nei confronti delle singole persone e del pianeta che ci ospita, in grado di individuare il momento in cui mettere quei limiti indispensabili per la protezione e il rispetto reciproco.

Prenderci cura della Vita significa vivere ogni istante in modo pieno, ponendo attenzione a tutto ciò che via, via incontriamo, dalle piccole cose materiali, alla natura e a ogni essere vivente.
Significa riuscire a esprimere ciò che siamo lasciando andare: le troppe aspettative degli altri nei nostri confronti e quelle nostre nei confronti degli altri trovando risposte adeguate a quanto la realtà, in quel dato momento, richiede.
I modi e i mezzi saranno diversi a seconda della consapevolezza acquisita e delle risorse mentali, materiali, fisiche e spirituali di cui disporremo.

- Se il senso e lo scopo della vita sono quelli di contribuire non solo al nostro benessere ma a quello della società di cui siamo parte.
- Se desideriamo che la comunità in cui ci troviamo a vivere torni ad avere una corrispondenza con il suo significato più autentico: unione di soci, di persone che collaborano per il conseguimento di un bene comune.
- Se la nostra ricerca è creare armonia a partire da quanto ci accade, da quello che il destino invia sulla nostra strada, dandogli un senso e assumendoci la responsabilità di azioni che volgano in positivo gli accadimenti.
- Se in questa ricerca proveremo a sostenerci l’un l’altro…
Avremo almeno fatto un piccolo passo verso il miglioramento della nostra giornaliera convivenza.
* Daniela Campana è formatrice e consulente familiare