di Agnese Malatesta – Si arricchisce di una singolare ed inedita novità lo spettacolare Castello di Miramare a Trieste: gli alberi di agrumi nell’Orangerie del parco storico – messi a dimora appena tre anni fa – producono fiori e frutti che diventano marmellate.
Non accadeva da tempi memorabili che il Parco rendesse possibile la produzione dei suoi frutti ma così facendo
si realizza ora il sogno di Massimiliano d’Asburgo, l’appassionato ed eclettico arciduca al quale si deve la costruzione del complesso di Miramare,
che affascinato dalla bellezza e dal profumo degli agrumi che aveva potuto apprezzare in Sicilia, appena diciottenne, aveva desiderato veder crescere nel parco della sua dimora signorile.
Purtroppo il suo tentativo di piantarle a Miramare fallì a causa del clima rigido e inasprito dalla Bora. E il sogno di un giardino mediterraneo fu così abbandonato. Almeno fino ad ora. Infatti, nel 2020 il Museo di Miramare ha ritentato l’esperimento scegliendo alberi di sei varietà antiche di aranci amari.
Alberi che sono stati però piantati in vasi in modo da poter essere spostati e protetti nelle serre durante l’inverno. Questo moderno esperimento di coltivazione degli agrumi ha dato magnifici e abbondanti frutti. Ecco l’idea di produrre le marmellate, chiamate “Amare”; anche qui in coerenza con la passione che gli Asburgo avevano per le confetture e le preparazioni dolci.

Una vera novità, quindi, poiché
è “la prima volta che si produce dai fiori e dai frutti di Miramare, aprendo una prospettiva completamente nuova di sviluppo”,
ha commentato la direttrice del Museo Storico Andreina Contessa. “Siamo particolarmente orgogliosi di questo sogno che fruttifica, per la prima volta dopo tanto tempo, dal suolo di Miramare. Siamo abituati – ha aggiunto – ad un Museo che produce studi, libri, ricerche, mostre. Ma Miramare è un luogo dove vogliamo che le buone e nuove idee prendano forma e si realizzino”.