di Agnese Malatesta – Il Palco Reale del Teatro Sociale AsLiCo di Como è stato restaurato. Ad occuparsene sono stati gli studenti del Liceo artigianale “Oliver Twist”, il primo liceo scientifico delle scienze applicate in Italia, che durante le lezioni di falegnameria hanno permesso il restauro di un prezioso luogo della cultura.
In questo percorso, gli studenti sono stati guidati dai maestri di “Contrada degli Artigiani di Cometa”, un centro che attraverso l’accoglienza e la formazione finalizzata al lavoro, combatte la dispersione scolastica di giovani che vivono in difficili condizioni sociali, economiche e personali. Il centro è partner di “Di Bellezza Si Vive”, un progetto quadriennale finanziato dal Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
Il lavoro dei liceali ha rispettato le regole più scrupolose dell’arte del restauro. Dopo un primo passaggio dedicato all’osservazione sullo stato del palco, che mostrava il deterioramento dei materiali e degli arredi, si è passati, poi, alla vera e propria scelta degli interventi e all’individuazione degli artigiani specializzati – l’intagliatore, il traforatore, il doratore, il tappezziere, il restauratore del legno ed il decoratore – che hanno collaborato a fianco dei ragazzi nell’esperienza del restauro con lezioni frontali ed esperienziali sugli arredi da riportare a nuova vita.
Allo stesso tempo, in classe gli studenti hanno approfondito la storia, l’architettura e l’arte legata al Teatro Sociale AsLiCo con i propri insegnanti. Ogni studente ha messo realmente mano e partecipato, con la supervisione di docenti, al restauro di tutte le parti del palco: dalle specchiere alle sedie, dalle poltroncine ai poggiapiedi, dalle consolle ai fregi del portale d’ingresso, dagli stipiti alle ante, alle cornici lignee.
L’attività svolta dai ragazzi accompagnati dagli artigiani ha le sue radici nel metodo della commessa: coinvolgere il mondo del lavoro come partner educativo nella formazione; offrire la possibilità di lunghe esperienze reali in un luogo bello ed ordinato per accogliere quel pezzo unico che è l’uomo.
I ragazzi hanno così imparato a relazionarsi con un vero committente e hanno, attraverso l’esperienza e la creazione di bellezza, restituito alla città un bene comune. “L’azione e il movimento – ha commentato Ugo Morelli, referente scientifico del progetto “Di Bellezza Si Vive” – hanno il primato nell’apprendimento e nella conoscenza. Se sono accompagnati da un sostegno plurale di educatori e operatori, avendo come compito di applicazione la creazione e la ricreazione della bellezza,
l’azione e il movimento, grazie alle relazioni vicendevoli tra allievi, docenti e artigiani, possono favorire la crescita, l’estensione di sé e la scoperta delle proprie potenzialità e distinzioni in ogni ragazza e in ogni ragazzo”.