(réportage da Lecce di Maria Ilaria De Bonis) – Nascosta tra i vicoli in pietra della Lecce barocca, a pochi metri dalla chiesa di S. Angelo, esiste una piccola bottega di artigiani della cartapesta che produce perfette statuine dei santi. Ma anche maestose dee in simil marmo. Le pareti e tutto lo spazio libero della storica bottega di don Francesco, 30 anni di attività, sono pieni di busti e teste colorate di ogni dimensione.

Tutte insieme, sacre e profane, colorate, grandi, piccole, da soprammobile o da processione,
queste statue leggere sono un colpo d’occhio notevole.
Passiamo accanto ad un Cristo di grandi dimensioni non ancora terminato: prende aria adagiato su un motorino, all’esterno della bottega, per asciugare la colla e venire poi rivestito di altri strati di carta che lo renderanno quasi umano.

Entriamo in punta di piedi, per non rischiare di urtare le decine di statuine che affollano il tavolo da lavoro.
Ma anche per rispettare la concentrazione assoluta degli artigiani.
Intenti nella minuziosa opera di assemblaggio, quattro artigiani sono chini sulle loro statuine dei santi. Dritta e leggiadra come fosse uscita dal marmo bianco, si erge una statua raffigurante una dea, che pare cesellata dalle mani di uno scultore.

“Lavoro qui da cinque anni – racconta a B-hop Lorenzo Stomeo, un ragazzo di 30 anni che ha studiato al liceo artistico e poi ha deciso di dedicarsi professionalmente alla cartapesta – e ho seguito i corsi in bottega: il primo dura tre mesi, dopodiché sei in grado di confezionare da solo delle statue”.
Lorenzo ci spiega che di ogni statuina si costruiscono prima la testa, le mani e i piedi in terracotta, poi si passa il fil di ferro interno per dare solidità alla struttura; poi si procede con la paglia e lo spago che riempiono l’anima filiforme.
Infine la fase più creativa: la cartapesta che regala un aspetto morbido e quasi ‘umano’ alle statuine in gran parte commissionate dalle parrocchie ma anche dai privati.
“Per realizzarne una di grandi dimensioni – e indica una Madonna perfettamente simile a quelle portate in processione – impieghiamo circa due mesi, ma per le più piccole bastano anche due settimane”.
La bottega artigiana di don Francesco è nota e molto frequentata: visitatori, amatori e preti passano il tempo nei suoi piccoli locali ad osservare le mani operose e sapienti di artisti che danno vita a volti, occhi e corpi. Ma per fortuna non è l’unica: Lecce vanta una decina di luoghi simili.
Quella della cartapesta è un’arte che si sviluppa tra XVII e il XVIII quando era necessario addobbare le tante chiese costruite in Salento con statue non onerose.
Al posto del bronzo o del legno viene introdotta la pasta di carta. Sono le botteghe dei barbieri, nel retro, ad ospitare le prime manifatture: nei momenti di pausa, tra una barba e l’altra i barbieri impastano legno, stracci e carta e si dilettano a creare statuine.
Il più antico cartapestaio leccese è appunto un barbiere: Mesciu Pietru che creava soprattutto crocifissi.
La cosa sorprendente è che questo artigianato ha ancora oggi un suo mercato: in gran parte è ad uso del turismo, ma non solo.
In realtà l’arte sacra in Puglia non smette di attrarre e ha un suo pubblico grazie ad una intensa religiosità popolare.
