di Vera Vecchiarelli – Anita e Costanza, due Garibaldi che fecero l’Italia, questo il titolo del bel concerto che si è tenuto ieri nella splendida sala dell’Oratorio del Gonfalone di Roma, per la Stagione 2021 – 2022. La serata era dedicata ai duecento anni dalla nascita di Anita Garibaldi.
Abbiamo ascoltato due melologhi in prima esecuzione assoluta (genere musicale dove si unisce il parlato alla musica): Anita su testo di Giovanni Briganti per la musica di Fausto Sebastiani e Costanza su testo di Cecilia d’Amico per la musica di Stefano Cucci.
Due donne nate fuori l’Italia, l’una in Brasile moglie del Generale, l’altra in Gran Bretagna moglie di Ricciotti, uno dei figli di Anita e Giuseppe; legate da un vincolo di parentela stretto (sebbene non si siano mai conosciute) ed affascinate dagli ideali politici dei loro uomini, sino a dedicargli la vita, seguendoli nelle scelte dei patrioti.
Anita, nata in Brasile, il 30 agosto 1821, il cui nome era Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, incontra per la prima volta Giuseppe Garibaldi a Laguna.
Tra i due è il classico colpo di fulmine, lui ha 31 anni, famoso e bello, lei ne ha 18 ed è nel fiore dell’età. Lei lo segue nelle sue vicende politiche e nelle battaglie in Uruguay, cominciano a nascere i figli Menotti (1840), Rosita (1843), Teresita (1845) e Ricciotti (1847). Nel 1847 Garibaldi decide di tornare in Italia ed inizia il suo impegno politico e militare per realizzare il sogno dell’Unità nazionale, che lo porterà ad essere eletto deputato dell’Assemblea Costituente. Anita, dopo un breve periodo di residenza a Nizza raggiunge Garibaldi in Italia e rimarrà al suo fianco sino alla sua morte avvenuta il 4 agosto 1849, a soli 28 anni, a Mandriole vicino Ravenna.
Harriet Constance Hopcraft, conosciuta come Costanza, nacque il 22 agosto 1853 a Anerley, nel Surrey, figlia di una facoltosa famiglia della nascente borghesia imprenditoriale; sposa Ricciotti Garibaldi nel 1874 da cui avrà dieci figli. Sebbene lui fosse un deputato sono costretti ad una vita modesta ritirandosi a Riofreddo, un piccolo paesino nella provincia di Roma.
Qui e a La Maddalena Costanza crea piccoli ambulatori utilissimi a sollevare la sorte di popolazioni povere e sarà accudita solo dal figlio Ezio e dalle figlie Rosa e Annita Italia. Si spegne il 9 novembre 1941 a Roma.

La serata ci ha fatto riflettere sull’importanza di queste due donne:
provenienti da paesi diversi, con un’estrazione sociale ed una cultura molto differenti, eppure mogli e dedite alla causa dei Garibaldi, quindi a coloro che hanno partecipato alla costituzione della Repubblica Italiana.
Il concerto si è aperto con il melologo Anita di Sebastiani, diviso in sette quadri, in cui si ripercorre la vita di Anita Garibaldi, interpretata dalla voce narrante che alterna momenti intimi ad episodi più forti ed intensi; compare anche la figura di Garibaldi con il ruolo di un uomo maturo, ormai all’apice della sua carriera, che ascolta il racconto della vita di Anita, con un certo distacco, quasi come una difesa per il profondo dolore provato dalla perdita prematura.
La musica non sottolinea soltanto il testo ma ha un ruolo autonomo: pur presentando stilemi, ritmi e figure musicali parenti del senso del testo, elabora le stesse in sezioni indipendenti che portano l’ascolto a concentrarsi sulla qualità della scrittura compositiva.
Il finale lascia percepire una lontana memoria del canto garibaldino “Camicia Rossa”. Il brano, composto nel 2021, è dedicato ad Annita Garibaldi Jallet, nipote di Ricciotti Garibaldi e figlia di Sante Garibaldi, che era presente in sala.
Seguiva il melologo Costanza di Cucci dedicato alla vita di Costanza Garibaldi, in cui la voce narrante inizia a descrivere la sua infanzia in Gran Bretagna ed arriva a citare episodi storici importanti come l’avvio del conflitto bellico tra Regno Unito e Germania nella prima guerra mondiale.
La scrittura musicale è spesso densa sempre attenta a descrivere la tensione interiore di una donna forte che subì la perdita di tre figli.
La voce recitante di Cecilia d’Amico, sempre sensibile e capace di interpretare le sfumature del carattere diverso delle due donne. La voce di Alessio Neri, con una bella vocalità riusciva ad esprimere la forza e il temperamento di Garibaldi, mentre il soprano Cornelia Duprè si è mossa con destrezza e capacità nelle tre brevi arie di Costanza.
Il Gonfalone Ensemble composto da Romolo Balzani flauto, Patrizia De Carlo violino, Lara Biancalana violoncello, Fabio Silvestro pianoforte era diretto dallo stesso Stefano Cucci.