di Alessandra Tarquini – In questo tempo di incertezze sono tante le persone che hanno cercato rifugio, sollievo e beneficio nel recupero del contatto con la natura. Camminate, trekking, semplici passeggiate immersi nel verde sono state fondamentali per recuperare un equilibrio perduto. Ma c’è chi ha osato spingersi un passo – di danza – più in là.
Sono la danza-autrice Cecilia Ventriglia e la visual artist Cecilia Di Domizio che hanno dato vita ad un progetto affascinante e innovativo dal titolo “Un albero mi ha chiesto di danzare” realizzato la scorsa primavera nell’ambito di “Marche Palcoscenico Aperto. I mestieri dello spettacolo non si fermano” promosso da Regione Marche / Assessorato alla Cultura e AMAT.
Le due artiste hanno studiato per mesi gli alberi monumentali della propria regione, cioè quelli dal particolare valore paesaggistico, naturalistico, storico e culturale; si sono documentate e hanno incontrato esperti e individuato infine i quattro protagonisti del progetto: il famoso platano albero dei piccioni alle porte di Ascoli Piceno che la leggenda narra essere stato il nascondiglio di un brigante; un cedro del Libano a Macerata; un pioppo bianco di Agello nel comune di San Severino Marche e un faggio di Sassutetto del comune di Sarnano, nel cuore dei Monti Sibillini.
“In questi mesi siamo andate tra le strade del nostro territorio, sotto meravigliosi alberi monumentali. Non ci siamo dette niente, semplicemente, siamo rimaste in ascolto, ognuna ha provato a seguire la propria sensibilità, a stare, a percepire l’immobile danza dell’albero e ad accoglierne l’invito a danzare insieme, in armonia, con calma ed in silenzio. Ciascun episodio-performance è stato frutto di un accadimento irripetibile, come ogni incontro”,
raccontano Cecilia Ventriglia e Cecilia Di Domizio.
Un albero mi ha chiesto di danzare è un progetto ricco di poesia e ispirazione: è l’albero che chiede di danzare e l’artista risponde. È dalla pianta che parte il tutto e l’essere umano, per una volta, si muove in seconda battuta, accorgendosi ancora una volta, quella danza è un ennesimo atto di amore della natura nei confronti dell’umanità.
La bellezza di questo progetto sta anche nel fatto che è un esperimento ripetibile da ognuno di noi.
Agli effetti benefici del contatto della natura si uniscono quelli del movimento corporeo, mentre si vive l’ebrezza di un dialogo inusuale e nuovo con le piante,
Abbiamo chiesto a Cecilia Ventriglia, ideatrice del progetto, di individuare per i lettori di B-hop i passaggi per danzare con gli alberi. Eccoli di seguito:
- prima di tutto, concentriamoci sul momento. Spegniamo il nostro cellulare, facciamo silenzio e attiviamo i nostri sensi.
- troviamo l’albero giusto. Come? Osservando i nostri giardini, le nostre città oppure sfogliando un libro ci sarà sicuramente un albero che attirerà la nostra attenzione. Andiamo a cercarlo.
- una volta individuato, andiamogli vicino, sediamoci ai suoi piedi, restiamo in osservazione. Continuiamo a stare in silenzio. Notiamo il tronco, le foglie, se c’è dell’aria che crea del movimento fra i rami.
- usiamo i sensi. Alla vista aggiungiamo l’olfatto e il tatto. Respiriamo, odoriamo l’aria e poi avviciniamoci al tronco, tocchiamolo, proviamo ad abbracciarlo, poggiamo un orecchio e sentiamo che suono arriva dal profondo dell’albero. Godiamo di questa esperienza tattile.
- iniziamoci a muovere intorno all’albero. Quello che succederà da questo momento in poi sarà la nostra danza.
Scrivendo questo articolo abbiamo scoperto che esiste un elenco degli alberi monumentali italiani. Forse potrebbe arrivare anche da lì l’ispirazione utile a muovere i primi passi verso gli alberi delle nostre città.
E’ in fondo un altro modo per conoscere le bellezze che ci circondano e che spesso ignoriamo.