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Home Primo Piano

Ucraina-Assisi, un corridoio umanitario per bambini disabili

La prima ad arrivare da Kiev all’Istituto Serafico di Assisi è stata Veronika, 4 anni e una grave disabilità

di Anna Radice Fossati
31 Marzo 2022
in Primo Piano, Se ne parla
Tempo di Lettura: 2 mins read
35 3
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Veronika e la mamma © Istituto Serafico

Veronika e la mamma © Istituto Serafico

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di Anna Radice Fossati – Qualche giorno fa, Veronika, bambina di quattro anni affetta da una grave disabilità, è arrivata in Italia insieme alla sua famiglia. Sono stati accolti dall’Istituto Serafico di Assisi, pronto a fornire cure ai bambini disabili in fuga dall’Ucraina.

L’Ente, convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, svolge e promuove da anni attività riabilitativa, psicoeducativa, assistenza socio-sanitaria e reinserimento sociale di bambini e ragazzi con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali.

La famiglia della bambina viveva tra Dinpro e Kiev, dove Veronica seguiva delle terapie in una clinica privata. Appena scoppiata la guerra il 24 febbraio il percorso clinico-sanitario della bambina è stato interrotto.

Dopo aver raccolto a fatica – tra farmacie chiuse e ospedali in stato d’emergenza – le medicine necessarie, sono fuggiti verso Ovest, a Ternopoli. Anche qui, nel giro di poco tempo, la guerra li ha raggiunti.

Grazie alla segnalazione dell’Ufficio Salute della Conferenza episcopale italiana – impegnato con Caritas Italiana sul fronte dell’accoglienza dei profughi – la presidente dell’Istituto Serafico, Francesca Di Maolo, venuta a conoscenza della situazione di Veronica, si è subito dichiarata pronta ad accoglierla, assieme al fratello e ai due genitori.

Il fratello e il padre di Veronika presso l’Istituto © Istituto Serafico

Dopo un viaggio in macchina per uscire dall’Ucraina, durato più di dieci ore, la famiglia è finalmente arrivata all’Istituto, dove la bambina riceverà le cure di cui ha bisogno, messe a punto dagli specialisti del Serafico attraverso un piano riabilitativo e assistenziale personalizzato.

Veronika non è la prima a esser stata accolta dal Serafico di Assisi. Negli anni passati sono stati ospitati altri bambini in fuga dalle zone di guerra: nel 2014, ad esempio, è arrivato un bambino dall’Iraq e, in seguito, ne è arrivato un altro dal Kosovo. Dal 2013, infatti, l’Ente ha aperto un vero e proprio corridoio umanitario per fornire le cure necessarie a tutti i minori disabili provenienti da zone di guerra o da realtà che non consentono un adeguato percorso riabilitativo.

© Istituto Serafico

Francesca Di Maolo ha dichiarato che nell’immediato futuro l’Istituto “cercherà di accogliere quanti più bambini ucraini possibile: alcuni di loro sono attesi proprio nei prossimi giorni”.

Qui riceveranno accoglienza e, in seguito a una valutazione attenta delle loro necessità sanitarie e riabilitative, verrà fornito loro un programma di cure su misura.

© Istituto Serafico

Nato nel 1871, il Serafico rappresenta oggi una realtà d’eccellenza – conosciuta sia in Italia che all’estero – nel campo della riabilitazione, della ricerca e dell’innovazione medico-scientifica.

Da anni impegnato nella cura della persona nella sua totalità, l’Istituto fornisce una rete di servizi ad ampio spettro, volti a prendersi cura dei bambini e dei ragazzi disabili, coniugando principi etici, evidenze scientifiche ed esperienza clinica.

Presenti, all’interno del complesso, 82 posti letto ripartiti in cinque nuclei abitativi, in cui i bambini e i ragazzi vengono suddivisi tenendo conto dell’età e delle loro differenti condizioni psico-fisiche, e 30 posti per degenza diurna, dove vengono erogate prestazioni riabilitative ad alta intensità sanitaria dalle ore 8.30 alle 16.00, dal lunedì al sabato.

Tra piscine, laboratori di ceramica e musica, parchi sensoriali e tanti altri ambienti, il Serafico risulta altamente attrezzato per far fronte a ogni tipo di attività riabilitativo-educativa; oltre a fornire prestazioni ambulatoriali, svolgendo indagini diagnostiche e valutazioni clinico-funzionali sia globali che specifiche.

© Istituto Serafico
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Anna Radice Fossati

Anna Radice Fossati

Laureata in Filosofia e in Studi dell’Africa e dell’Asia. I romanzi della nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie, in particolare “Metà di un sole giallo”, mi hanno fatto appassionare alla storia e cultura africana. Adoro il cinema e ho una passione oscura per le commedie natalizie a lieto fine. Io B-hop perché amo leggere e scrivere, ascoltare storie nuove e raccontarle.

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