(di Margherita Vetrano) – “Criminali come noi”, commedia indipendente con grandi stelle del cinema argentino, scritto e diretto da Sebastian Borensztein è uscito nelle sale proprio mentre venivano chiusi i cinema per l’emergenza coronavirus.
E’ possibile cercarlo nella versione homevideo o su qualche piattaforma a pagamento.
Argentina 2001. Fermin Perlassi, ex stella del calcio decide di investire in una cooperativa agricola. Peccato che lo faccia alla vigilia del crack economico che travolse il Paese.
Pochi premi ma un plot forte che permette di entrare sotto la pelle di una nazione stravolta e tradita, messa in ginocchio da pochi alle spese di molti.
Come ogni film sudamericano che si rispetti racconta il mondo, quello vero, la lotta sociale, le persone. e lo fa a calde tinte, coi colori della passione e delle emozioni.
Recitazione sopra le righe, personaggi grotteschi; l’universo di Borensztein è fatto di poveracci, falliti, personaggi al limite della follia, gente piegata dalla vita che ha trovato però un modo di adattarsi e sopravvivere.
Una sorta di Ken Loach più sanguigno ma con la stessa voglia di raccontare, gridare, farsi ascoltare.

In questa compagine sociale il personaggio di Perlassi spicca per essere l’unico ad aver avuto un passato glorioso; è la speranza del suo manipolo di balordi, “l’uomo in più” che può ambire ancora una volta al successo.
Nonostante la ribalta da stadio sia lontana, si lascia guidare dalla moglie Lidia e dal suo entusiasmo contagioso per realizzare un sogno. Raduna una decina di personaggi e i loro soldi e con la sua scatola di cartone fa quello che qualsiasi cittadino onesto penserebbe di fare: li deposita in banca per avviare la sua impresa.
Quando scoprirà che i fondi sono stati congelati e sono diventati inaccessibili, povero in canna, dovrà affrontare la delusione ma anche risponderne ai soci. Purtroppo il destino non ha chiuso i conti con lui e sarà risucchiato in un vortice negativo che lo metterà in ginocchio.
“Temete l’ira dei giusti” è scritto.
Il destino non è fatto per essere subito ma per reagire ed è quello che questi uomini abbandonati da Dio faranno,
quando nella loro vita si accenderà la speranza di rivalsa; quando il loro orgoglio sarà risvegliato dalla possibilità di riscatto e dalla loro gola scaturirà un grido potente: ”Basta!”
I personaggi sono lo specchio dell’Argentina, troppo a lungo straziata da eventi distruttivi. E questa volta, dicono “No”.

Riuniscono le forze e reagiscono, mettendo in moto le loro intelligenze, i loro talenti nascosti da denti marci e pesanti, lenti da miopi; brutti, sporchi e cattivi ma con un cervello che funziona. Insospettabili strateghi e geniali inventori ordiranno il loro piano, verso un finale aperto.
Una nuova rivisitazione dei “Soliti ignoti” ma con un’alzata di testa che proietta oltre il già visto.
Sotto mentite spoglie sudicie e demodè i protagonisti di Borensztein sono attori consumati e d’esperienza che riescono a switchare dal dramma all’ironia con grande naturalezza.
Il sodalizio con Ricardo Darin (Perlassi) funziona ancora una volta ed interpreti come Luis Brandoni (Fontana) e Veronica Llinas (Lidia) danno lustro alla pellicola che vanta il cameo di Rita Cortese (Carmen Largio).
Il giovane Chino Darin (Rodrigo) incarna “il nuovo che avanza”, il paese che cambia e che non si arrende, la scintilla che rimane accesa davanti alla corruzione e allo strapotere dei “parrucconi”.
Fa da contraltare Hernan (Marco Antonio Caponi), geniale mente criminale, giovane misterioso dall’insospettabile talento.
Sullo sfondo, un Paese povero, martoriato e saccheggiato da uomini senza scrupoli come il cattivissimo Fortunato Manzi (Andrés Parra), che non perde la bellezza della natura selvaggia ed incontaminata né il fascino di strade polverose e distese battute dal vento.
“Criminali come noi” racconta un dramma ma lo fa con la giusta ironia che trasmette speranza, divertendo la platea che non stenta ad identificarsi con questi “tonti che sanno sempre rialzarsi!”.
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