di Massimo Lavena – Volare, ballare, cantare, sperare, sognare, sì: sognare. Matteo Setzu è un fotografo professionista affermato, che ha fatto della ricerca sulla persona, nel massimo rispetto della bellezza della creazione, la voce primaria delle sue immagini. C’è un qualche cosa di magico e misterico nelle sue foto, ovattato dal tempo.
Matteo racconta il tempo, lo declina tra ombre e occhi, tra nubi e soli velati. Dentro c’è un cuore che batte, in ognuna delle sue foto, un cuore che è anche sogno per il suo bambino, che crescerà circondato dall’amore di tante immagini che prendono vita ogni volta che uno sguardo ci si posa anche solo per una frazione di secondo.
Matteo ha deciso di mettersi in gioco per donare una vita ulteriore ai sogni: “Sì, manca poco al Natale, alla fine di questo maledetto 2020.
Ma non tutto è da buttare, non lo sono le nostre speranze, i nostri desideri, i nostri sogni.
Ai bimbi chiediamo di scrivere la letterina per Babbo Natale, ma anche noi adulti abbiamo nella testa tante speranze”.
quelle che mi inviereste voi via messenger, ovvero le foto dei biglietti dove scriverete il vostro sogno, il vostro desiderio, la vostra speranza. Potete lasciarlo anonimo, potete firmarlo, potete fare un disegnino. Quello che volete.
Per i lettori di B-hop li raccoglierei entro il 26dicembre”.
Da lì partirà il viaggio nel sogno, dice Matteo: “cercherò di prendere spunto da ciò che mi avrete scritto e proverei a scattare delle foto da abbinare. Se ci riuscirò creerò un album fotografico, dove sotto ogni foto scriverò il vostro sogno. Non scriverei i vostri nomi. Se troverete la mia foto e il vostro messaggio mi scriverete nuovamente su messenger (Facebook: Matteo Setzu fotografia) e vi spedirò il file di quella foto via mail, in alta risoluzione. Sarà il mio piccolo regalo per voi. Condividete pure se vi piace l’idea. Iniziamo?”
Secondo Matteo il suo lavoro parte dai sognatori “perché ognuno di noi ne ha la testa piena, di sogni e spesso proviamo a raccontarli, cerchiamo di parlarne con gli altri, ma quanto è difficile che vengano ascoltati? Tanto. Perché abbiamo perso il dono di saper ascoltare, vogliamo parlare, parliamo e non ascoltiamo gli altri. Spesso nelle frasi che ci vengono urlate in silenzio tra le orecchie ci sono messaggi nascosti che chiedono aiuto, ascolto”.
“Ma noi invece – prosegue – tendiamo a coprirli con la nostra voce. L’assenza di umanità ci sta facendo soccombere nel nostro ego. Forse perché tutti noi abbiamo bisogno di parlare. Se solo dedicassimo almeno trenta secondi all’ascolto potremo aiutare tante persone. Ecco perché con un biglietto dove mettiamo in mostra i nostri sogni, potremmo avere la possibilità di urlare al mondo su inchiostro”.
Tutto questo rende il sogno il catalizzatore, il mezzo per rendere reale “il semplice istinto del pensiero. Per un dono simbolico, uno scambio”.
Un sogno scritto e cercato per metterlo in fotografia: per Matteo “una sfida a me stesso, la voglia di regalare qualcosa di me a chi ha provato a tendermi una mano, a chiedere la mia mano, o il mio occhio. Un ricordo che sarà per sempre.
Una foto che si realizzerà, con la speranza che anche quei sogni si realizzeranno”.
Matteo non vuole arrivare da nessuna parte, perché “i sogni non sono in vendita, sono sogni. Così come le foto che realizzerei per questo progetto, non sarebbero in vendita. Sarebbero uno scambio che si fa col cuore. Perché a chi ha deciso di regalarmi una parte di sé, regalerei una parte di me. Un gesto di unione in un mondo che sembra ormai esser fatto più di numeri che di nomi”.
Matteo si ricorda sempre di un suo amico, Antonio “il Bottigliaro” Scano: “un mio amico era un sognatore, era un ceramista e aveva creato la bottiglia acchiappasogni. Lui la donava, senza chiedere nulla in cambio, perché aveva già ricevuto qualcosa da chi aveva incontrato. Ecco, quella bottiglia ce l’hanno tantissimi sognatori, bisogna fare qualcosa!”
Ecco cosa bisogna fare: non smettere di sognare, sarebbe bello se tutti i sognatori avessero qualcosa in comune.
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Cagliaritano, nato il giorno della befana del 1966. Io b-hop perché ho sempre amato mangiare e cucinare, la musica, lo sport, il cinema. Sogno un giorno di andare in Namibia, o nella Terra del Fuoco, o nello Saskhatchewan, o in Nuova Zelanda. Sognavo anche di andare nelle Isole Svalbard, ma adesso è vietato, troppi orsi bianchi! E non essendocene in Sardegna non saprei come comportarmi.