In presenza di catastrofi naturali come il terremoto che ha appena devastato tre città del centro Italia, si ricerca sempre qualche con-causa umana.
La nostra relazione con la Terra e l’ecosistema è piuttosto complessa e non possiamo pensare che i mutamenti del nostro pianeta, i suoi sussulti, le sue trasformazioni accadano casualmente.

Al di là dei cambiamenti climatici evidenti, ci si può ragionevolmente chiedere quanto l’attività umana abbia aumentato le dimensioni “naturali” di un disastro, come l’edilizia in zone geologicamente inadeguate o instabili, quanto la deforestazione e la cementificazione siano in relazione con frane e alluvioni, quanto l’estrazione del gas e del petrolio dalla terra ferma o dai fondali marini possa modificare la pressione sotterranea, innescando continui assestamenti tellurici.
Un’altra causa indotta è lo stoccaggio dei reflui in profondità, una pratica a rischio di indurre terremoti più forti, proprio per la capacità di mettere in movimento faglie anche piuttosto vecchie.
Molti sono gli esempi recenti di terremoti e catastrofi ambientali nei quali l’attività umana ha effettivamente avuto un qualche ruolo nel portare il sistema generale al punto di rottura.
Basti pensare alla Louisiana nel 2012 vittima del fracking del gas e petrolio, a Minais Gerais nel 2015 per via dello sfruttamento delle miniere.
Oppure al campo di gas di Groningen, nei Paesi Bassi, dove le attività di estrazione hanno da sempre causato piccole scosse bene o male tollerate dagli abitanti, ma dove l’agosto scorso una scossa più grande delle altre, di magnitudo 3.4, con ben 152.000 case da ristrutturare, in una zona geologica a rischio sismico bassissimo! Questo ha messo in allarme la stessa società di gestione e ha aperto grandi interrogativi sul futuro e sulle modalità di estrazione in quella zona.
Ricordiamo anche l’edilizia irresponsabile nel terremoto del Molise nel 2002 dove crollò una scuola seppellendo 27 bambini con la loro maestra.
Ma trovare i colpevoli aiuta a evitare questi problemi o a diminuire il loro impatto?
Portare delle migliorie nella costruzione anti-sismica per risparmiare delle vite è possibile, ma di nuovo l’irresponsabilità e l’avidità degli uomini possono compromettere i migliori progetti.
Tuttavia ci sono comunque terremoti ed eruzioni vulcaniche non direttamente collegati all’avidità degli uomini e allo sfruttamento delle risorse, come lo tsunami del 2004 in Indonesia, il terremoto e tsunami di Fukushima nel 2011 con le sue drammatiche conseguenze sulla centrale nucleare, quello del Nepal nel 2015 che ha causato più di 8000 vittime.
L’ampiezza di queste manifestazioni ha persino spostato l’asse terrestre di quasi 10 cm. Di questi fenomeni non possiamo averne il controllo né li possiamo evitare, come la caduta del meteorite a Tunguska nel 1908 che abbatté 60 milioni di alberi su una superficie di 2150 chilometri quadrati della Siberia.
108 anni dopo, un altro meteorite cadde e si disintegrò negli Urali, provocando una spettacolare pioggia di detriti, con esplosioni e scie infuocate, ferendo 1.200 persone nella regione di Chelyabinsk, e danneggiando 3.000 edifici.
Se questi fenomeni non possono essere controllati o impediti, la responsabilità dell’uomo sta nel prendere atto che la Terra è un essere vivente che, come noi, subisce dei processi di cambiamenti ciclici. Tutta la sua fenomenologia ci ricorda la stretta relazione e dipendenza che abbiamo instaurato con essa.
Gli anziani della tribù degli Inuit (eschimesi che vivono nell’Artico canadese, Alaska, Groenlandia e Siberia) hanno notato cambiamenti climatici nello scioglimento dei ghiacciai, nel deterioramento della pelle di foca, e la lenta scomparsa del ghiaccio marino.
Attribuiscono questi cambiamenti climatici a cambiamenti avvenuti nel cielo. Sostengono che il sole non sorge più dove erano abituati a vederlo sorgere. I giorni si riscaldano più velocemente e durano più a lungo. Anche le stelle e la luna sono in punti diversi nel cielo e questo influenza le temperature.
Questa popolazione si basa sul collocamento della luna e delle stelle per la sopravvivenza, in quanto vivono nel buio totale durante un lungo periodo dell’anno.
Inoltre, alcuni gruppi di studio presso l’Università del Texas che usano il satellite GRACE della NASA, hanno scoperto che la normale deriva del Polo Nord verso quello Sud, che è stata di circa 10 cm l’anno negli ultimi 100 anni, dal 2005, ha cambiato rotta dirigendosi ora verso Est, e se è possibile prevederne le conseguenze a lungo termine, non abbiamo un controllo su di esse.
Possiamo costruire case antisismiche, ma non possiamo costruirne a prova di meteorite, di tsunami, o di ciclone. Dobbiamo cercare altre soluzioni per non peggiorare l’ampiezza di questi disastri naturali. Dobbiamo cambiare il nostro approccio alla Natura e sentircene parte.
Deriva dei continenti, spostamento dell’asse terrestre, scioglimento dei ghiacci polari, meteoriti, terremoti, tsunami, stelle che muoiono, tutto l’universo si contrae e si dilata, respira, espelle, svuota e riempie vuoti esattamente come lo facciamo noi, solo che il fenomeno è macroscopico e inquietante perché miete vittime e cancella i luoghi.
Anche l’uomo miete vittime e distrugge luoghi con guerre insensate e speculazioni economiche irresponsabili.
L’unico lato positivo è che eventi così grandi ci spingono a mettere l’amore in azione per sostenere coloro che vi hanno perso le loro radici.
Una nuova cartografia del mondo si sta disegnando e così gli uomini sono chiamati a rinnovarsi.
foto di copertina: Pixabay