L’arte e la danza rendono viva la storia. E trasformano perfino l’orrore in bellezza. E’ accaduto domenica 26 luglio nel Bunker antiatomico del Monte Soratte, a poche decine di chilometri da Roma, dove è andato in scena lo spettacolo “L’ultimo rifugio” della Compagnia Egri Bianco Danza. Non è la prima volta che questo luogo famoso ospita delle rappresentazioni; ma è con la danza che si riesce ad esprimere al meglio l’eco della storia insito al suo interno.
Questa “fortezza ipogea” acquista importanza durante la seconda guerra mondiale quando le truppe naziste, guidate dal Feldmaresciallo Albert Kesselring, trovano in essa un valido nascondiglio, instaurando nel 1943 il “Supremo Comando del Sud”. Resistette anche al pesante bombardamento del 12 maggio 1944 ad opera degli alleati, per poi assumere nel 1967, durante la guerra fredda, l’aspetto di bunker antiatomico per la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Osservando lo spettacolo ci si stupisce di quanto alcuni elementi efficacissimi ci portino indietro nel tempo e ci facciano rivivere le emozioni di chi ha avuto il pesante fardello di vivere in quella parte sbagliata della storia. Uno spettacolo itinerante ci guida durante tutto il percorso, fatto di proiezioni, suoni resi possibili da semplici tubi metallici, mattoni che tramite la riproduzione di un’amplificatore producono rumori a volte stridenti, quasi a voler richiamare l’attenzione su quanto possa essere spietata la furia umana. Il tutto animato da giovani ballerini che con semplici gesti sembrano quasi entrare nelle viscere di questa terra, per dimostrare che da essa trasuda paura, sgomento e nevrosi.
Una contaminazione forse strana fra due mondi che apparentemente sembrano non appartenere l’uno all’altro ma visivamente rendono l’alchimia possibile. Un’esperimento che presto potrebbe diventare parte integrante del prossimo calendario delle visite guidate all’interno del bunker.