(di Filippo Bocci) – “Vi prometto soltanto sangue, fatica, lacrime e sudore”. Questo era Winston Churchill, adesso splendidamente ritratto nell’Ora più buia, pellicola diretta da Joe Wright. Il quarantaseienne regista londinese, noto al pubblico per Orgoglio e pregiudizio, Anna Karenina e per Espiazione, dove già incombeva il dramma della ritirata di Dunkerque, sceglie qui di raccontare, con rigore e lucidità, i primi quindici giorni o poco più di Churchill da Primo Ministro inglese, proprio allo scoccare dell’invasione della Francia da parte delle armate della Wehrmacht con il conseguente, memorabile, rientro in patria del contingente inglese attraverso il canale della Manica.

Il film, grazie all’eccellente sceneggiatura di Anthony McCarten, ci presenta senza soluzione di continuità il Churchill statista, ottimista e preveggente, e quello privato, sregolato e dubbioso. Un uomo solo, contro un destino di sconfitta apparentemente già scritto, che però aveva intuito l’esatta portata della malvagità hitleriana, fermamente convinto che solo la risposta armata, solo la guerra avrebbero potuto conservare l’inviolabilità e la libertà della nazione, oltreché salvare l’intero continente.
Nel momento più difficile, Churchill dovette assistere impotente al disfattismo francese del generale Petain, fronteggiare le ingenue speranze di pace dei suoi compagni di partito Chamberlain e Halifax, vincere il ragionevole e sofferto scetticismo di re Giorgio VI, rassicurare le angosce di un popolo sbandato.
Unico baluardo militare ma ancor più etico alla disgregazione di un’Europa abbrutita dalla ferocia nazista, l’Inghilterra resistette, sola, per più di un anno e mezzo, allo strapotere delle forza bellica tedesca. Il film fissa per sempre questo coraggio nella maschera risoluta e invitta di Winston Churchill:
“Chiedete qual è la nostra politica? Rispondo che è condurre la guerra per mare, per terra e per aria, con tutto il nostro potere e con tutta la forza che Dio può darci; condurre la guerra contro una tirannide mostruosa che non ha l’uguale nel tetro, miserabile catalogo del crimine umano”.

Golden Globe, meritatissimo, a un potente e ispirato Gary Oldman nei panni del grande statista britannico.