Questa settimana vi consigliamo:
Il diritto di contare – di Theodore Melfi
È un bel film Il diritto di contare, nelle nostre sale già dall’8 marzo, festa della donna. Racconta, appunto, una storia femminile realmente accaduta, quella di tre matematiche afroamericane che portano avanti la loro battaglia per emergere, scontrandosi con i pregiudizi razziali dei bianchi, e anche con la mancanza di fiducia nei loro confronti degli stessi uomini afro. Il titolo, in un gioco dei significati, allude sia alla matematica – la vita delle ragazze è incentrata sui calcoli e sulla geometria analitica – sia alla difficile emancipazione, nell’America degli anni ’60, delle minoranze, in particolare delle donne, discriminate anche se professionalmente geniali.
Magnifiche le interpreti femminili e scontata la candidatura all’Oscar per Octavia Spencer, già vincitrice della statuetta per The Help. Il film insegue con ritmo incalzante i sogni matematici delle tre donne ma anche i sogni di libertà e di pace, in quell’America, per un momento possibile, di John Fitzgerald Kennedy e di Martin Luther King, dove si corre contro il tempo, per viaggiare nello spazio prima dei Russi. Ma si corre anche fisicamente contro le preclusioni, infatti la protagonista deve fare tutti i giorni chilometri alla ricerca di un bagno riservato ai neri. “Qui alla Nasa tutti fanno la pipì dello stesso colore, niente più bagni per neri, niente più bagni per bianchi”, dice Al Harrison, l’immaginario ingegnere capo interpretato da Kevin Kostner, bene in parte e sempre affidabile. Una frase, che come un macigno spezza in due il film, lanciando tutta l’America in orbita verso lo spazio e verso l’eguaglianza.