Questa settimana proponiamo eccezionalmente un solo film centrato su Lampedusa e spieghiamo il perché: sabato 16 aprile Papa Francesco andrà, a sorpresa, nell’isola di Lesbo in Grecia, dove lo scorso anno sono sbarcate almeno la metà del milione di profughi che ha percorso la rotta balcanica. Oggi molte frontiere si stanno cinicamente chiudendo, si costruiscono muri, fili spinati e si sparano proiettili di gomma o si lanciano gas lacrimogeni perfino su donne e bambini. In più dal 20 marzo scorso, data di entrata in vigore dell’accordo Ue-Turchia, decine di migliaia di disperati si vedono chiudere le porte in faccia dall’Europa, che li respinge indietro con le navi (i primi 200 sono già partiti da Lesbo la scorsa settimana), verso un Paese dove nessuno vuole tornare.
Lesbo, isola mitologica con 8.000 abitanti che si sono attivati in una sovrumana gara di generosità (tanto da essere nominati per il Premio Nobel), verrà ricordata per lo sconvolgente simbolo della “collina dei giubbotti di salvataggio”, un immenso cumulo nero e arancione di salvagenti, molti dei quali non hanno aiutato le persone che li indossavano (700 morti nel 2015, 400 dall’inizio di gennaio ad oggi) perché realizzati con materiali non idonei in fabbriche clandestine turche. Tanti non avevano nemmeno i soldi per comprare quelli fasulli. La loro flebile speranza di restare in vita erano solo due bottiglie di plastica legate con un calzino. Sicuramente il Papa lancerà un messaggio forte contro l’egoismo e l’indifferenza europea, come fece a Lampedusa tre anni fa.
Guardare in questi giorni questo documentario stupendo ci può far comprendere, con leggerezza e poesia, il dramma di chi fugge e la vita sull’isola di Lampedusa.
Fuocammare – di Gianfranco Rosi
Straziante e poetico. Alla asettica presenza dei mezzi militari che soccorrono i migranti in mare, e dei radar, si contrappone la leggerezza della vita di Samuele che regala innocente bellezza. Le immagini senza dialoghi sono molto efficaci e rendono meglio di tante parole. Rimane negli occhi la cruda realtà della morte che scavalca ogni chiacchiera salottiera. Perché “aiutare queste persone – come dice il medico di Lampedusa – è un dovere di ogni uomo degno di essere chiamato uomo”.
b-hoppers che hanno visto e commentato il film: Fabrizio Falcone/Patrizia Caiffa