(di Maria Ilaria De Bonis) – «Sono proprio qui davanti, li vedo: c’è la Sea Watch di fronte a me e il pensiero che lì dentro 47 persone patiscano il freddo, ecco, non è accettabile… Perciò abbiamo chiesto, a nostre spese, di farli sbarcare e di alloggiarli nei nostri alberghi; è una questione di umanità. Anzi, noi ci siamo resi disponibili pure ad offrire un lavoro in queste strutture».
A spiegare a B-hop l’urgenza che c’è dietro la proposta fatta da “Noi Albergatori Siracusa” è Giuseppe Rosano, presidente dell’associazione : «si tratta di un gesto umanitario», dice.
«Questa situazione di stallo si deve sbloccare – prosegue Rosano – e noi speriamo avvenga a breve, non ci interessa entrare in questioni politiche”.
«Da parte nostra siamo pure disponibili ad assumere queste persone, a farle lavorare, ad insegnare loro la lingua italiana e a leggere la Costituzione italiana».
Quando ha avuto l’idea di aprire le porte degli alberghi e l’ha proposta al direttivo Rosano sapeva bene del rischio di «tirarsi dietro delle critiche. Ma io ho detto: mettiamoci la faccia! Dobbiamo dire basta, a costo di ricevere insulti».
Insulti che in realtà non sono mancati, confida. Ma non è mancata neanche la solidarietà di tanti siracusani.
Adesso l’associazione attende l’autorizzazione del prefetto all’ipotesi, per la verità abbastanza remota, di poter ospitare i 47 migranti in hotel, ma ha già ricevuto il via libera del sindaco di Siracusa, «che si è detto d’accordo».
«Nessuno vuole mettersi contro la legge ma un gesto simile era doveroso».
«Immagino le sofferenze che possono aver patito i migranti, perché nel nostro staff c’è un dipendente della Repubblica Centrafricana che mi ha raccontato di tutte le ingiustizie subite».
Foto di copertina: Sea Watch