Una sorta di “Guerra dei trent’anni” senza spargimenti di sangue, né rovine o cadaveri. E’ quella che combatte da così tanto tempo lo storico Teatro Argot, per difendere la cultura teatrale, promuovere la drammaturgia italiana e i suoi giovani interpreti.
Fu Maurizio Panici, nel 1984, a dissotterrare l’ascia di guerra, ricavando da una ex stamperia di Trastevere nel cuore di Roma la prima sede, sostituita poi negli anni ‘90 da quella attuale di 60 posti, situata a pochi metri dall’originaria. Lo spazio fu messo a disposizione di un manipolo di promettenti autori: Manfridi, Marino, Longoni, Erba, furono alcuni dei protagonisti che a cavallo di quegli anni combatterono in questo piccolo gioiello. Qui sono anche cresciuti guerrieri dello spettacolo quali Sergio Rubini, Margherita Buy, Fabrizio Bentivoglio. E negli anni successivi hanno anche calcato queste assi registi-autori quali Emma Dante ed Antonio Latella, che poi, nel giro di poco tempo, sono riusciti a ritagliarsi un importante spazio sulla scena internazionale.
Trent’anni dopo i due nuovi giovani direttori artistici, Tiziano Panici e Francesco Frangipane, inaugurano la settima stagione teatrale, con le stesse speranze e le stesse difficoltà di sempre. Francesco Frangipane ne parla a b-hop.
Come si può immaginare e celebrare un teatro con tanta storia in tempi di crisi?
“La nostra non vuole essere una celebrazione ma solo la riaffermazione di un fatto: l’ Argot esiste e resiste, e senza sostegni pubblici. Anzi, addirittura l’Argot è un non-teatro in quanto la legislazione non lo riconosce come spazio di pubblico spettacolo. Il nostro intento è di portare avanti un progetto culturale, con la consapevolezza di costruire un percorso importante per la città, per avere noi stessi una casa teatrale, vivendo le difficoltà con felicità e lavorando ogni giorno con spirito leggero per migliorare le condizioni”.
E per “esistere e resistere” l’Argot vara quest’anno una stagione straordinariamente ricca di spettacoli, progetti, rassegne, iniziative…
“Abbiamo deciso di tornare ad offrire la medio-lunga tenitura, di presentare compagnie che fanno drammaturgia, con autori giovani e interessanti come ad esempio Carlotta Corradi e Filippo Gili.
Ad un evento speciale “#Argot 30” curato da Sergio Rubini, Pier Giorgio Bellocchio e Paolo Pedrazzini abbiamo lasciato il compito importante di ricordare la storia del nostro teatro . Mentre un progetto come ‘Dominio Pubblico’ proporrà le più significative esperienze nazionali di teatro e danza congiuntamente al teatro Orologio. All’interno di questo progetto ci sarà anche ‘ALL IN- settimana degli under 25’ rassegna nella quale consegneremo per una settimana alle compagnie più giovani le chiavi della sala. Tornerà “Scena sensibile” rassegna curata da Serena Grandicelli giunta ormai alla sua ventunesima edizione ed ancora “Primavera Argot” una rassegna performativa giovanile. Non mancherà “Casting Night”, un format di Matteo Tarasco nato per promuovere il talento di attori ed attrici, creando occasioni di incontro e di scambio. Un grande spazio l’abbiamo dedicato anche alla formazione. Tra le diverse iniziative, alcune delle quali rivolte anche ai più piccoli, ricordiamo “Masterclass in drammaturgia” con la direzione artistica di Giampiero Rappa”.
Le pacifiche armi messe in campo con passione e generosità da Frangipane e Panici forse non faranno vincere la guerra ma sicuramente permetteranno loro di conquistare almeno una battaglia per la riaffermazione della cultura teatrale e della crescita intellettuale ed economica di questo nostro disperato Paese. Nessuno però dimentichi che per consentire all’Argot di continuare ad “esistere per resistere” sarà indispensabile la partecipazione di tanti partigiani. Chi intenderà quindi arruolarsi spontaneamente lo potrà fare recandosi, il più presto possibile, a godersi i magnifici spettacoli del cartellone “#Argot 30 Il folle volo”.