Com’era la vista su San Pietro prima che Mussolini distruggesse i palazzi di Borgo – facendo sloggiare anche gli abitanti verso borgate periferiche – e aprisse la lunga spianata di via della Conciliazione così com’è oggi? Tanti romani se lo chiedono, a volte con rammarico e nostalgia per quella Roma perduta. Oggi lo si può scoprire con la mostra “LA SPINA. Dall’agro Vaticano a via della Conciliazione”, ospitata dai Musei Capitolini dal 22 luglio al 20 novembre 2016.
L’esposizione propone un viaggio a ritroso nel tempo, raccontando le profonde trasformazioni dall’antichità fino al Giubileo del 1950, anno in cui ne venne completato l’arredo urbano. Vengono rievocati luoghi che non esistono più, a lungo custodi della memoria degli avvenimenti storici che hanno portato alla strutturazione di Roma e della basilica vaticana quale centro mondiale della cristianità.
Il filo conduttore della mostra è la “Spina” nel doppio significato di toponimo derivante dalla forma allungata dell’isolato rinascimentale, oggi scomparso, e di “corpo estraneo” che, con le demolizioni, di fatto è stato estratto dal tessuto connettivo della città.
La demolizione della Spina dei Borghi e l’apertura di via della Conciliazione hanno avuto anche un profilo simbolico e politico, che si è poi concretizzato con l’accordo tra Stato e Chiesa e la firma dei Patti Lateranensi dell’11 febbraio 1929
La mostra si apre con una videoinstallazione curata dall’Istituto Luce (regia R. Sejko) e una prima localizzazione topografica dei luoghi al centro dell’esposizione, seguita dal racconto delle fasi di vita e di occupazione dell’area vaticana. Le trasformazioni della zona sono illustrate attraverso cartografie storiche, reperti archeologici, materiali architettonici, frammenti di affreschi staccati, vedute a stampa, dipinti, fotografie e plastici, alcuni dei quali mai esposti prima.
Tre le sezioni: Prima della Spina; La Spina dei Borghi; Cavare la “spina” a San Pietro.
L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura e curata da Laura Petacco e Claudio Parisi Presicce.