(testi e disegni di Francesca Sanna) – “Escici” un libro ogni tanto, Vera. Non potevamo fare a meno che buttarla sull’uso del verbo, con la sociolinguista più social che ci sia. Colei che errante tra le parole altrui, fuga i dubbi degli utenti sul si dice o non si dice. Vera Gheno, sociolinguista specializzata in comunicazione digitale, è una scrittrice con la quale non si ha il tempo di annoiarsi mai. Un libro dopo l’altro, questa volta ha scelto di guardare alla pandemia in un modo insolito, e chi meglio di lei?
Quanti modi esistono per guardare alla pandemia? Tanti. Uno tra questi è analizzare il linguaggio. Da quello della comunicazione pubblica a quello della vita quotidiana con cui ci esprimiamo a proposito di.
“Parole contro la paura” è il titolo del suo nuovo lavoro. È Vera che coinvolge i suoi contatti nelle ricerche più silenziose e li rende partecipi delle testimonianze che ascolta e racconta. Legge. Raccoglie. Cataloga.
Questa volta è stato il momento delle parole della crisi, da cui ha fatto nascere un instant book, edito da Longanesi, costruito sull’urgenza del momento. Leggero e facilmente scaricabile, racconta stati d’animo, sensazioni, sentimenti intorno all’isolamento.
Il libro non è una semplice raccolta di parole, ma il racconto di un momento storico in cui il tempo ci sembra sospeso.
Quel “A lungo, mi sono coricato di buonora” tanto caro a Proust, sembra tornare sotto una nuova forma, digitata, di esperienze personali.
Ma la nostra cercatrice di parole questa volta ha fatto di più. Si è fatta carico del compito di creare un ricordo, non solo una descrizione fine a sé stessa. Leggendo la lingua che usiamo. Perché se del dramma di altri sconvolgimenti mondiali non è rimasta una narrazione personale ma solo quella delle fonti ufficiali, questa volta possono essere le nostre parole a fare la storia, dimostrando che la vita reale non è sempre quella raccontata dai media.
Quante parole hanno cambiato significato e valenza emozionale in questo periodo?
Tutte quelle che ci stanno aiutando a superare la paura.
Alcune che ci danno la sensazione di conoscerne meglio la fonte (e quanto della terminologia scientifica è entrato nell’uso quotidiano), altre che danno forza alla speranza di venirne fuori prima.
Un’analisi intorno alla distanza, forzata dagli eventi che stiamo vivendo. Con questa ricerca Vera ha estrapolato dalle giornate di ognuno di noi una comunione di parole che ci uniscono, ed è riuscita a scrivere un nuovo, inatteso, alfabeto.
Il libro inizia con A di ATTESA, che aggancia le parole ANSIA e ANGOSCIA, ma anche il desiderio di un ABBRACCIO. Finisce con la Z di ZOMBIE, forse la rappresentazione che abbiamo di noi stessi in questo momento di fermo.
Sarà stato l’istinto di narrare, la voglia di lasciare un segno imperituro, il desiderio di vedere la vita nelle case degli altri a fare di questo di questo piccolo e miracoloso lavoro, un libro godibilissimo. Scorrevole.
Ricco di rimandi e spiegazioni immediatamente cliccabili che forniscono a chi legge tante piccole pillole di curiosità e la sensazione di comunione con i sentimenti di altre persone che ci sembrano distanti ma sono, con le loro parole, più vicine che mai.
L’ e-book è disponibile qui e qui (cliccate. Vale la pena)
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