(di Patrizia Caiffa) – Un inno alle meraviglie della terra ma anche un grido di rabbia contro le storture e le ferite provocate dagli uomini: è l’ultimo lavoro artistico dei cantautori e musicisti Giana Guaiana e Pippo Barrile. Un sodalizio artistico e sentimentale iniziato nel 2012 che ora si concretizza nel nuovo cd “Fatti di terra”, uscito in questi giorni.
Giana Guaiana, di origini trapanesi, ha vissuto a lungo a Palermo per poi fare ritorno alla sua terra d’origine, il Belice. La sua formazione ed esperienza artistica l’hanno condotta sulle vie dei canti tradizionali siciliani e di altre terre del Mediterraneo, fino a costituire un ricco repertorio che è confluito nel disco “A giostra”, autoprodotto nel 2009.
Pippo Barrile, siculo-belga, è conosciutissimo come fondatore e voce dei Kunsertu, il primo gruppo di musica etno-rock mediterranea che negli anni ‘80’-’90 incantò migliaia di fan con 4 Lp e 2 Ep: tra le canzoni più famose “Mokarta” e “Duma”. I Kunsertu si sciolserò nel 1995 e Pippo proseguì il suo percorso con i “Zongaje” e con il “Pippo Barrile Etno quartet”, oltre a collaborazioni varie.
“Ci siamo conosciuti cantando – raccontano oggi i due cantautori a b-hop – ed è stato naturale costruire questo progetto insieme. Nel cd facciamo confluire le nostre rispettive esperienze nell’ambito dei canti dialettali, antichi e moderni”.
Giana e Pippo usano il dialetto siciliano, l’italiano, il francese. E spaziano dalle ballate più tradizionali al rap, fino al reggae e al pop.
Ognuno ha scritto i propri brani (tranne “U Sceccu”, testo tradizionale e musica di Rocco Pollina), poi insieme hanno provato, riprovato, suonato, registrato con la preziosa collaborazione del polistrumentista e arrangiatore Peppe Corsale e i musicisti Antonino Lala alla batteria e Rosario Saladino al basso.
“L’ispirazione è nata dalla scelta di abitare in campagna, a stretto contatto con gli elementi della natura”.
Ritroviamo infatti, nel cd, l’aria del vento e della fantasia, l’acqua del mare e della pioggia, la terra della Sicilia, il fuoco dell’Etna, che i siciliani chiamano affettuosamente “Mungibeddu” da “mons” (in latino monte) e “jebel” (in arabo monte).
Uniti dal comune impegno sociale, emerge anche la loro costante ricerca di cibo sano, di spiritualità e stili di vita alternativi, sobri, semplici e consapevoli.
“E’ stato come mettere insieme le tessere di un mosaico fino a trovare una armonia complessiva”.
“Fatti di terra” gioca sul doppio significato del termine “fatti”: essere siciliani, gioiosi, ironici, malinconici, sensuali, contraddittori, pieni d’amore ma anche di rabbia che può sfociare in un grido di protesta come quello lanciato in “Ogni jornu” quando “nta stu munnu di biddizza ora regna la munnizza”.
Ed è un fatto che sulle coste della Sicilia (non solo a Lampedusa) approdino ogni anno migliaia di migranti che rischiano la vita nel Mediterraneo alla ricerca della pace o di un futuro migliore.
E’ un fatto che le meraviglie di città, paesi, pianure, monti e fiumi siciliani siano deturpati da spazzatura e veleni; che gli incendi dolosi d’estate devastino boschi e campagne; che aumentino malattie come la celiachia, le intolleranze, a causa di un cibo industriale scadente.
Ma anche, in positivo, è un fatto che nei territori più provati si attivino meccanismi di resilienza che fanno fiorire l’ingegno per recuperare gli antichi prodotti e saperi, come i grani antichi siciliani, non modificati geneticamente e più facilmente digeribili.
Ai grani antichi è infatti dedicato il brano “Grani sani”, un inedito rappato in italiano, che spiega le ragioni di “questo gioco un po’ pesante su salute e sanità”, con un lungo elenco dei grani antichi siciliani: Castiglione, Farro lungo, Russello, Maiorca, Regina, Martinello, Perciasacchi, Biancolilla, Tumminia….che per fortuna coraggiosi agricoltori, imprenditori o chef creativi stanno di nuovo sperimentando.
Immancabili sono poi i canti d’amore come “Fare a meno di te” e “’Mmenzu a st’unni”. Al siciliano si uniscono in maniera originale il francese e l’italiano come nel brano “Ventu di mari”, che racconta di venti che fanno paura e portano “grida di raggia e malasorti”.
I due artisti, che già da quattro anni percorrono la Sicilia insieme, propongono oggi il nuovo spettacolo che comprende tutti i brani di “Fatti di terra” ma anche dei rispettivi repertori.
Vederli sul palco e ascoltarli suonare e cantare è come fare un viaggio in una Sicilia antica e insieme nuova, genuina e aperta all’incontro delle culture, piena di ritmo e di atmosfere intense e poetiche.
Il cd è autoprodotto e sarà distribuito durante i concerti, in alcuni punti vendita o spedito direttamente per posta.
Per riceverlo o altre info: guaianagiana@gmail.com; pippobarrile@gmail.com