(di Margherita Vetrano) – Care mamme, non bastavano i pidocchi, le bronchiti e lo streptococco, ci si è messo pure il coronavirus, nome in codice Covid-19, nemmeno fosse un agente segreto. Adesso la misura è colma!
In un momento storico piatto che così piatto non si può, in un Paese che traballa, un’epidemia era quanto di meno auspicabile potesse capitare e spero che nessuno chiami in causa le “piaghe d’Egitto”!
Le notizie inizialmente lontane come echi di frasi altrui, si sono inasprite sempre più fino ad arrivare ad oggi in cui si parla di una intera Italia blindata, gente che sfugge alla quarantena e chi più ne ha più ne metta.
E’ ora di dire: “Basta!”
Non che il virus non ci sia o che i diktat da rispettare non siano corretti ma, che diamine, un po’ di calma e sangue freddo.
Se le norme via via sempre più restrittive rischiano di opprimere le vostre giornate, fate in modo che ciò non accada,
cercate di concentrarvi sulla vostra missione principale: proteggere i vostri figli.
Non parlo di Amuchina consumata a litri o di isolamenti a tappeto, parlo del rimanere accanto a loro per aiutarli a superare questo momento.
Forse i piccolini tra qualche anno non ricorderanno nemmeno l’accaduto ma quelli in età scolare e i più grandi, loro sì, rischiano di restare travolti da questa che sarà ricordata come la prima epidemia mediatica della storia!
Prima di voi, sono certamente arrivati i media ad istruirli per bene, soprattutto sui rischi che tutto questo comporta; da lì il tam-tam tra compagni di scuola ed amici ha fatto il resto.
Informare ma non sformare; le notizie in mano a chiunque rischiano di seminare solo panico.
Nelle ultime settimane di scuola parlavano solo di virus e morti e a guardarli negli occhi si leggeva tanta paura.
Innanzitutto:
- Non evitate l’argomento ma parlatene tutte le volte che lo desiderano, se questo può aiutarli a sviscerarlo per bene.
- Non sminuitene i rischi né le caratteristiche ma sottolineate anche che ci sono stati casi di guarigione e che i decessi si sono verificati prevalentemente tra persone deboli e malate.
- Ricordate loro che esistono strutture in grado di accogliere e curare e che, con un po’ di prevenzione, si può arginare il fenomeno.
- Una volta che dalle loro bocche sparirà il nome coronavirus, aiutateli a concentrarsi su altro: la chiusura delle scuole, in questo potrà aiutarci.
Dover provvedere autonomamente allo studio li renderà più responsabili e si concentreranno su piccole incombenze;
- Siate controllori attenti, maestre disponibili e compagne di studio rassicuranti. Non importa che non svolgano il programma a bacchetta, ciò che conta è che durante la giornata sappiano che anche loro hanno una missione da compiere.
Questo aiuterà anche voi – se siete fra le mamme di corsa e super impegnate – a rendervi conto di ciò che studiano e come lo fanno. Potreste realizzare che vostro figlio non è svogliato come sembra ma ha delle difficoltà oggettive, oppure che non è uno studente così male come pensavate.
- Armatevi di pazienza se dovrete assisterli più da vicino ma ne varrà la pena; sarà una bella sfida per entrambi e avrete l’opportunità di ripassare quelle materie che vi piacevano tanto. Potreste rispolverare vecchie passioni!
Se la chiusura delle scuole ha ridotto le opportunità di contagio, è anche vero che ha creato un principale, enorme problema alle famiglie:
chi si occuperà dei figli quando i genitori saranno al lavoro?
Le aziende più illuminate hanno già previsto smart working per gran parte dei dipendenti e altre ancora, l’opportunità di rimanere a casa dal lavoro per uno dei due genitori.
- Ma per chi non avesse l’opportunità di farvi ricorso, si suggerisce di alternarsi col partner con turni di assistenza della prole.
- Ricorrere ai nonni, come d’uso comune in Italia, sarebbe sconsigliato se non in casi estremi; pare che i bambini siano più facilmente portatori sani e i nonni più facilmente esposti al virus… traete da voi le vostre conclusioni.

Scuole chiuse vuole anche dire attività sospese; niente ludoteca né palestra, né catechismo o centro sportivo!
Forse i bambini si annoieranno ma voi riuscirete a rallentare i ritmi da “tassinari” a beneficio del vostro livello d’isteria che si abbasserà notevolmente.
- Provate a reinvestire in tempo di qualità con i vostri figli; pensate a passeggiate al parco sotto casa, a piedi o in bicicletta o giochi all’aria aperta con il bel tempo e sessioni di palestra indoor, tornei di giochi in scatola e bricolage nelle giornate piovose.
- Coinvolgeteli nella preparazione di pranzi e cene; lasciate che “Masterchef” entri in casa vostra. Sperimentare con mano li appassionerà e voi avrete dei validi aiutanti che vi potranno sostituire al momento opportuno.
Una buona qualità del cibo terrà alto l’umore; scegliete insieme i menù da realizzare e dimezzerete avanzi e musi lunghi. Ricordatevi però di non lasciare troppa autonomia di scelta o vi ritroverete a mangiare pizza e lasagne tutti i giorni!
- Via libera a minestre profumate, spremute d’arancia e torte di frutta. Fategli assimilare quante più vitamine possibile: manterrete alte le difese immunitarie.
- Proponete loro attività fisica all’aperto tutti i giorni, clima permettendo; il movimento stimola le endorfine e abbassa il cortisolo migliorando l’umore. Inoltre li terrà lontani da tablet, televisione e cellulari a vantaggio dell’ossigenazione del sangue, mantenendoli attivi e vivaci. Stancarsi li aiuterà ad uscire dall’apatia nella quale rischiano di restare e ne favorirà il sonno.
- Ricordate che loro non vanno a scuola ma voi lavorate: scoraggiate l’andare a letto dopo le 23 o rischiate di non resistere oltre la settimana…altro che coronavirus!
- Nel weekend, se possibile, muovetevi vicino casa per piccole escursioni a piedi nei parchi. Ci sono tante meraviglie nella natura da cui attingere per le quali basterà la compagnia della vostra sola famigliola.
Cambiare panorama rinnoverà le vostre energie pur rimanendo uguali a voi stessi.

Ricordate di portare con voi macchine fotografiche e cibarie; sarete autonomi e pronti a trasformare luoghi desolati in fantastiche avventure da immortalare.
Le scuole chiuse vi avvantaggeranno anche nell’uscita mattutina; calcolate i vostri tempi e valutate l’idea di spostare la sveglia un po’ più avanti.
- Recuperare sonno vi aiuterà ad affrontare meglio questo momento, soprattutto perché nessuno di noi sa quanto durerà.
Programmiamo con attenzione la nostra “resistenza”: è l’arma vincente per bypassare questo periodo.
Smettiamo di domandarci “quando finirà” e pensiamo a “quante cose possiamo riscoprire”:
cambiare le prospettive ci renderà più lieve la durata.

Se è vero che la ricetta perfetta non esiste è anche vero che saranno i vostri figli a darvi la misura del successo del vostro operato: bambini sereni, nonostante la loro vita sia cambiata da un giorno all’altro, sono l’unica cartina al tornasole e ricordate:
il tempo coi vostri figli non è una prigione ma un’opportunità. Non sprecatela.

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