di Walther Gusai – Da un sogno, da un personaggio che vuole essere raccontato, da una grande passione per la letteratura, nasce il libro di Antonio De Cristofaro: “Lucrezia Borgia. Duchessa di Ferrara” (Letteratura Alternativa, 290 pagine).
L’autore racconta di una notte insonne durante la quale gli apparve in sogno la figura di Lucrezia Borgia. De Cristofaro, docente di lingua inglese, inizia così a scrivere il suo primo romanzo.
“E’ la stessa Lucrezia Borgia – racconta l’autore a B-hop – a veicolare la scelta su di sé”.
De Cristofaro confida di essere appassionato di letteratura fin dalla tenera età e di nutrire una grande passione per i classici e la letteratura per ragazzi.
Sebbene la scelta del personaggio di Lucrezia sia avvenuta per caso, c’era già da tempo nell’autore la voglia di descrivere, romanzandone le vicende, la storia di una donna del passato: una di quelle donne che hanno fatto parlare di sé portando enormi cambiamenti, con tratti peculiari e sicuramente anacronistici.
“Lucrezia può essere vista come un’antesignana della ricerca del benessere fisico e mentale – spiega De Cristofaro -. Basti pensare alla sua cura maniacale per la sua capigliatura e per il suo benessere fisico. Dopo tante gravidanze, alla sua morte godeva ancora di un corpo tonico e curato, cosa rarissima per la sua epoca. Inoltre,
si occupò di cultura proponendosi come mecenate per tanti artisti presenti alla corte degli Este”.
La forza di questa donna è stata per secoli ricondotta alla sua capacità di seduzione e alla sua bellezza ma il suo comportamento implicava un forte carisma, una notevole abilità nel rapportarsi con gli altri e la capacità di affermare il suo posto nel mondo.
E, senza dubbio,
il coraggio di andare contro i preconcetti del suo tempo.
Il romanzo offre una descrizione accurata e dettagliata del personaggio. Nel corso del racconto si entra in relazione con la protagonista e ci si immedesima nelle sue vicende e nelle sue storie, ciò grazie a una ricerca accurata da parte dell’autore di informazioni circa il suo carattere, il suo modo di agire e di comportarsi.
L’indagine, spiega De Cristofaro, è avvenuta principalmente on line, ma con una costante voglia di andare a fondo nelle vicende e di descrivere al meglio ogni singola azione a lei attribuita.
Non è stato tutto facile, confessa l’autore: “Il cosiddetto ‘blocco dello scrittore’ ha colpito anche me durante la stesura del romanzo. Ero arrivato al punto in cui dovevo narrare la prima notte di nozze di Lucrezia con Alfonso d’Este, e lì rimasi bloccato per alcuni mesi, senza sapere come descrivere i sentimenti che Lucrezia avrebbe provato in quell’occasione. Intendo dire, cosa prova una donna in quel momento tanto importante per lei? Per me, uomo, non era tanto facile calarmi nei suoi panni. Era pur vero che Lucrezia era già stata sposata due volte, però, ora per lei la vita era arrivata a un punto cruciale, sapeva intimamente che non avrebbe avuto un’altra chance”.
Sebbene il libro non avesse come finalità quella di voler attualizzare la figura di Lucrezia Borgia, la sua modernità emerge dalle pagine.
L’autore presenta il personaggio non come antesignana di emancipazione femminile o rivolte sociali, bensì nella sua capacità di essere donna e libera in un contesto in cui queste parole non venivano accostate con troppa leggerezza.
Questo, forse indirettamente, ha lanciato un messaggio che nel corso del tempo ha permesso al genere femminile di farsi strada tra abitudini e tradizioni sfavorevoli.
Chiaramente la condizione di Lucrezia, figlia di papa Alessandro VI era una condizione totalmente diversa da quella delle altre donne a lei contemporanee.
Basti pensare che: “Papa Alessandro VI, per convincere Ercole d’Este ad accettare di darla in sposa al figlio Alfonso – ricorda De Cristofaro -, accettò di svuotare completamente le casse del Vaticano promettendogli una dote di 300.000 ducati d’oro!”.
La sua posizione sociale le ha permesso dunque di lasciare nella storia un’impronta indelebile, mostrando capacità e virtù comuni ad altre donne che non hanno avuto modo di esprimersi nella totalità.
Lucrezia, invece, ha attirato su di sé l’attenzione dei suoi contemporanei e continua ad affascinare i posteri.
Attraverso un buon libro o un buon film possiamo ritrovarci nei panni di una donna che ha sicuramente sfruttato a pieno il suo potenziale e ha dimostrato al mondo che la cultura, la cura di sé e i ruoli di comando non sono riservati soltanto agli uomini.
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