(di Agnese Malatesta) – Tornerà presto a casa, nella sua comunità a Qaraqosh (Kurdistan iracheno), il libro sacro salvato dalla violenza dell’Isis e restaurato in Italia.
La storia di questo manoscritto ha dell’incredibile. E’ stato trovato nel 2017, in condizioni molto critiche, in uno scantinato, murato dai sacerdoti che stavano difendendosi come potevano dalla furia delle milizie terroristiche che hanno distrutto in quella zona, dando alle fiamme, non solo vite umane ma anche chiese, case, libri.
La scoperta del libro, di anonimo risalente probabilmente al XV-XVI secolo, ha attivato una sorta di ‘corridoio culturale’ partito dagli operatori della Focsiv-Volontari nel mondo.
Attraverso di loro, il manoscritto – consegnato dall’arcivescovo di Mosul, monsignor Yohanna Butros Mouchè – è giunto in Italia.
Qui, sono cominciate le cure presso l’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Artistico e Librario (Icrcpal) che l’ha riparato e portato a nuova vita. Un intervento al quale hanno partecipato anche ‘Verderame progetto cultura’ e il Ministero dei Beni culturali.
Il libro, che al momento del ritrovamento era insieme ad un’altra trentina di pubblicazioni, è scritto in aramaico con un carattere siriaco in rosso e nero.
E’ composto da 116 pagine, arricchito con disegni e simboli religiosi. Contiene preghiere del periodo pasquale. E’ rilegato in cuoio e la sua copertina è in legno. La pubblicazione era fortemente compromessa dall’umidità e dalla sporcizia, era mancante di parti, all’interno numerosi insetti.
Dopo quasi due anni di cure, ora il libro sta per tornare ai suoi fedeli, nella sua terra.
“Il restauro è stato molto difficile – commenta la direttrice dell’Icrcpal, Maria Letizia Sebastiani – ma siamo molto soddisfatti. Per noi, questo libro è stato anche un momento di grosso studio, era un tipo di libro a noi sconosciuto. Abbiamo potuto fare un buon lavoro anche grazie alla collaborazione degli esperti della Biblioteca Apostolica Vaticana. E’ stato fatto un lavoro davvero certosino, quasi lettera per lettera. La carta era molto deteriorata, molti problemi hanno riguardato gli inchiostri”.
Niente del libro “è stato perso o sostituito, tanto per essere sostituito. Ogni pezzetto tolto si trova ora nella cassetta appositamente costruita che contiene il libro per tornare nel suo paese”.
“Tutto è pronto perché questo manoscritto, che riconsegniamo nel migliore dei modi avendone rispettato realtà storica, sia riportato nella sua comunità”.
Sebastiani precisa poi che sempre nel restauro si tiene conto che il libro “non diventa altro, deve rimanere ciò che è”. Un restauro così particolare che sarà oggetto di una prossima pubblicazione.
Pochi giorni fa il vescovo di Qaraqosh, Nathanael Nizar Semaan, ha potuto vedere dal vivo l’opera restaurata e a breve tornerà in Italia per poi rincasare finalmente insieme.