(di Agnese Malatesta) – Uno sciamano, portavoce del popolo brasiliano Yanomami, è uno dei vincitori del premio Right Livelihood Award 2019, conosciuto anche come ‘Premio Nobel alternativo’, assegnato ogni anno di fronte al parlamento svedese alla vigilia dell’assegnazione del Nobel per la pace.
Un riconoscimento, nato nel 1980, rivolto a persone ed organizzazioni attivi sui diritti umani e per lo sviluppo sostenibile. Il vincitore in questione si chiama Davi Kopenawa Yanomami; insieme a lui, premiata anche Greta Thunberg, la popolare giovane ambientalista svedese.

Noto come il “Dalai Lama della foresta”, Davi (63 anni) è ambasciatore del suo popolo, 38 mila persone abitanti in un relativo isolamento nella foresta amazzonica, lungo il confine tra Brasile e Venezuela.
Davi è una delle voci più significative che si sono levate contro la distruzione della foresta amazzonica e dei suoi popoli.
Ha guidato la ventennale campagna condotta per proteggere la foresta amazzonica ed ora ha anche un ruolo centrale nel sostenere i diritti dei popoli indigeni brasiliani contro il genocidio nel paese, #StopBrazilGenocide. Nel passato è intervenuto anche all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Davi è poi presidente di Hutukara, l’organizzazione yanomami che condivide il premio con lui. Il primo viaggio compiuto dall’uomo fuori dal Brasile risale al 1989, quando Survival International, il movimento mondiale per i popoli indigeni – che ha reso nota la notizia del prestigioso riconoscimento – gli chiese di venire in Europa per ritirare a suo nome il Right Livelihood Award vinto quell’anno proprio da Survival.
Nel 2010, Davi ha pubblicato la sua autobiografia “La caduta del cielo“, in collaborazione con l’antropologo Bruce Albert:
una critica al materialismo e al consumismo del mondo industrializzato e un ritratto attento del popolo Yanomami.
Nel libro racconta la sua iniziazione sciamanica e la battaglia per salvare la foresta e i popoli indigeni dall’avidità e dalla forza distruttiva del popolo “bianco”.
Davi è sposato con Fàtima, da cui ha avuto sei figli, compresa una bambina adottata. Il Right Livelihood Award 2019 è stato anche assegnato ad due altre attiviste umanitarie, l’avvocata cinese Guo Jianmei e l’esponente saharawi Amnatou Haidar. Unico italiano ad essere insignito finora del premio è stato Gino Strada, fondatore di Emergency, nel 2015.
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