Un bambino riccio e biondo di poco più di due anni, insieme ad altri bambini e genitori, partecipa a una lezione di “Musica in culla”, un’attività per crescere sereno e felice. Il luogo magico dove avvengono gli incontri settimanali è la colorata, luminosa e calda sede dell’Associazione Sintonie a Terni.
Sintonie nasce nel 2011 dalla passione per la musica e dalla volontà di diffonderne l’amore nella società da tre pianiste che, nel loro percorso professionale, hanno deciso, dapprima, di specializzarsi nel metodo Orff – Schulwerk e poi di portare nel loro centro la Music Learning Theory di Edwin Gordon, gli approfondimenti e le ricerche di Beth Bolton dai quali nasce “Musica in culla”.
Si tratta di una metodologia educativa riguardante l’apprendimento musico-motorio-espressivo dei bambini in età neonatale e prescolare. E’ arrivata in Italia grazie a Paola Anselmi, del coordinamento italiano “Musica in culla” .
Gli incontri hanno la durata di 45 minuti e sono previsti tre gruppi, a seconda delle fasce di età: 0/12 mesi, 12/24 mesi e 24/36 mesi. Ogni bambino viene accompagnato da un adulto – meglio se sempre lo stesso – che diventa la persona di riferimento per le attività che verranno svolte, il compagno della esperienza musicale vissuta.
Lasciate le scarpe fuori dall’aula, insieme ad un po’ di imbarazzo, bimbi e adulti sono pronti a sperimentare e immergersi nelle melodie, nei ritmi e nei silenzi.
Per la prima fascia di età, quella da 0 a 12 mesi, non viene utilizzato linguaggio verbale, si interagisce solo con melodie e ritmo. Nelle due fasce successive la parola viene introdotta gradualmente come portatrice di una narrazione fantastica alla quale viene sempre abbinata la musica. L’incontro è guidato da due operatrici, una fa da guida e l’altra da modello per i partecipanti.
Una volta disposti in cerchio si può cominciare con un saluto che coinvolge ogni bambino. Poi spazio a melodie e ritmi, suoni che accompagnano una palla che rimbalza o il movimento di uno dei bimbi che ha deciso di rotolare sul pavimento. Si prova anche la body percussion che scopre e usa i rumori generati dal proprio corpo. Non viene richiesta la memorizzazione o che il gesto che accompagna il suono sia lo stesso che altri hanno usato, ma è importante che i bambini sviluppino la melodia nella piena libertà creativa.
E’ un ambiente sereno, ricco di note nell’aria, ma anche di silenzi perché è proprio attraverso questa “pausa” che il bambino sviluppa un suo personale pensiero musicale, in risposta agli stimoli ricevuti.
Daniela Scaletti, una delle fondatrici di Sintonie, spiega a b-hop che il progetto “aiuta a sviluppare un gusto estetico e a rendere i bambini capaci di vivere intensamente l’emozione della musica”. Con “Musica in culla”, infatti, i bambini vivono un ambiente musicale molto vasto e stimolante. Non si usano mai le compilation preconfezionate o le musiche della tv, ma c’è sempre una ricerca musicale che va a “pescare” strutture armoniche dalla musica dell’antica Grecia o medievale così come dal blues e dal jazz. E la musica non arriva da un computer o da un lettore cd ma sono gli educatori a ricrearla attraverso la propria voce.
Nulla è scontato, ma tutto è naturale e basato sul rispetto del bambino che lo sta vivendo.
Nella seconda e terza fase, insieme al movimento nello spazio, si ricreano le prime condizioni del vivere insieme. Il bambino interagisce con gli altri, si confronta, scopre anche le regole della relazione sociale, fatta di attesa, di spazi e tempi da rispettare.
L’esperienza musicale accompagna e supporta lo sviluppo cognitivo e motorio del bambino.
Dalla metà del terzo anno, i genitori aspettano i bimbi fuori dalla stanza e “musica in culla” diventa una forte esperienza per lo sviluppo dell’autonomia di entrambi. Il costo di un iscrizione semestrale è di 60 euro per ogni bimbo.
Non ci sono barriere di alcun tipo per le attività di “musica in culla”: basta solo indossare i calzini antiscivolo e seguire il “flow”, cioè il flusso di suoni, movimenti capaci di generare un’energia non solo musicale, ma dell’anima: “è una esperienza unica – conclude Daniela -, profonda” .