(di Massimo Lavena – disegni Francesca Sanna) – #iorestoacasa ovvero: piccole coccole quotidiane per sopravvivere a sé stessi.
4 settimane, son già passate 4 settimane: ed ancora ti risuona sulle papille gustative quel connubio tra dolcezza e perversione delle castagnole di quel vassoio che hai portato a casa dei tuoi amici.
Una cascata di castagnole alle creme al limoncello ed al pistacchio, ricotta e cioccolato, ricotta e miele, ricotta e scorze d’agrumi, ricotta e pere, crema zabaione al rhum….. ahhhh godimento sempiterno, scioglievolezze tra salivazione esagerata e mugolii rantolanti.
Ed il tutto giungeva dopo un pranzetto semplice, con qualche salame e dei sapidi tocchi di pecorini vari, quindi un timballo ricco e riempente, e per finire con un goloso e lussurioso tiramisù. Ma tu li hai abbattuti tutti con le tue castagnole: nessuna pietà per loro e nessuna castagnola rimasta nel vassoio, così si fa.
3 settimane, son già 3 settimane che sei in casa per causa del coronavirus.
E il tuo frigorifero ti ha avvisato: si è mostrato in tutto il suo lindo biancore facendoti capire che non c’è trippa, ma non per i gatti, per te.
Sì, non muori di fame, il latte ce l’hai, ancora per domani. E le uova, e la pasta, due uova sode, o una frittatina di maccheroncini con un po’ di peperoncino e salvia; oppure una purea di mele mescolata con due uova sbattute, noce moscata, cannella e zucchero e saltata in padella per fare un cosetto pasticciato dolce e fresco.
Una fetta di salame ed una di mortadella con un finocchio. Ecco, non farti prendere dalla frenesia, non morirai di fame: magari morirai di noia perché la solitudine ti porta a ripeterti, a fare grandi quantitativi per avere già il pranzo pronto domani, o la cena.

Guai, lo stomaco si ribella e la ciccia saltella felice espandendosi. In questi lunghi giorni di resistenza hai capito molte cose, e molte ti si stanno confermando: cucinare per te è allegria e relax, e quindi mai e poi mai tu potresti diventare uno chef, ma neanche un cuoco.
Meglio un oste della malora, che cucina per personaggi pericolosi, sfregiati, con dita mozze, coltellacci al petto, che se mangiassero male di te non rimarrebbe che il ricordo.
Ti accorgi che un bel piatto di spaghetti al burro con la salvia, sprigiona profumi di felicità delicati e composti.
Anche i malandrini della locanda si metterebbero buoni buoni ad assaggiarli, mentre da qualche parte una musica risuona oltre un parco: oggi è chiuso ma domani, dopodomani si riaprirà.
Sì, perché hai scoperto anche un’altra cosa: ti mancano le voci di casa, lontane, e niente te le trasporta.
C’è il telefono. Ma se mangi non telefoni ed allora, mi raccomando, sempre una radio accesa, un cd nel lettore, ed ascolta, con gioia, le note che si spargono nell’aria e si mescolano ai profumi del buon cibo.
E un altro giorno passerà.
#iorestoacasa #iorestoacasa
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