(di Massimo Lavena – disegni di Francesca Sanna) #iorestoacasa ovvero: piccole coccole quotidiane per sopravvivere a sé stessi.
Giorno 4 – Voglia di menar le mani
Difficile assai che si resti sorridenti quando ti svegli e ti accorgi che sarà un giorno ancora vissuto dentro quattro mura. Che a dirla tutta cominciano anche a starti antipatiche. Noti i difetti, le smagliature, le crepe; ti accorgi di qualche punto muffa, e i tessuti delle poltrone e dei cuscini (quelli con i cagnolini e i gattini che ti regalò la prozia Eufemia) che forse sarebbero da ravvivare, se non proprio cambiare.
Ti senti soffocare dentro le quattro mura, tu che sai di esser sano – almeno per il coronavirus, ovvio – le vedi che si restringono ti avviluppano in una morsa castrante: e poi lo vedi, è lui, è lì dissimulato nelle parole della radio, nelle immagini della televisione (che non hai a casa ma siccome sei masochista che Leopold Von Masoch pensava a te quando scriveva Venere in pelliccia, te li guardi in streaming i telegiornali, anche quelli stranieri…).
Lo vedi ovunque, nelle finestre, negli uccellini nel giardino, nel cagnetto abbaiante del vicino, nei cuscini di prozia Eufemia. Lo senti che si è inoculato nel cellulare e che esce dai tubi del’acqua.
E ti fissa, ti fissa affamato di te, delle tue paure, delle tue schizofrenie, di tutte quelle cose che ogni giorno della tua vita non ti fili neanche se ti pagano ed oggi, si, oggi quarto giorno ufficiale ma settimo oggettivo tu te le senti tutte addosso.

Per colpa sua una normale, noiosa, forzata giornata di quarantena si sta trasformando in una pesante, angosciante, tediosa giornata di nervi.
Ehhh no, caro il mio coronavirus, non te lo permetterò. Ho deciso che ti meno, si, ti meno, ti spacco con tutta la forza che ho, ti caccio via dai miei pensieri, ti pulisco con l’aspirapolvere, ti elimino con lo sgrassatore, ti distruggo con un panino al burro salato e salmone selvaggio norvegese. Ti caccio via a urla. Ti sbatto fuori con la polvere dei cuscini ed i cagnolini e di gattini abbaiano e miagolano di gioia.
Un cazzotto alla poltrona ed un calcio al vento e ti levi di torno, caro il mio coronavirus. Tu non sei nessuno. Ed ora mi lavo le mani e mi bevo un chinotto alla facciaccia tua, brutto che non sei altro.
E metto a palla qualche cosa di forte, ma in una versione degenerata al punto giusto.
#andràtuttobene #vatuttobene
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