(di Rinaldo Felli) – Di Andrea Camilleri, morto stamattina a Roma a quasi 94 anni, si può scrivere che è scomparso un Maestro, uno straordinario artista, il papà di Montalbano, uno dei più grandi e generosi scrittori del nostro tempo, il regista, lo sceneggiatore, il drammaturgo.
Ma vogliamo ricordarlo e ringraziarlo soprattutto per due doni che ci ha voluto fare.
Il primo: una nuova lingua, la lingua di Vigata, il paese che non c’è ma che, chiunque abbia letto un suo libro, ha cercato.
Una lingua sapiente, divertente, una commistione tra il dialetto della sua amata terra siciliana e la lingua italiana. Una lingua che nessuno conosceva e che tutti hanno imparato a comprendere, ad amare e persino ad utilizzare nel parlato di tutti i giorni.
Il secondo e non meno importante del primo è l’essere stato la coscienza civile, morale e critica del nostro paese.
Di esserlo stato indomitamente anche negli anni dove l’età avanzata reclamava altro. Di non aver mollato neanche quando la cecità ha avuto il sopravvento.
Ma se gli occhi si erano fatti bui, l’intelligenza, l’acume, il genio si erano fatti ancora più limpidi e sempre più in grado di indicare al paese i pericoli, i rischi, che l’imbarbarimento e incivilimento della sua società potranno comportare.
Con infinita reverenza, Grazie!
Ti auguriamo che da qualche parte lassù, nella nuova Vigata che ti starà ospitando, nessuno si permetta di romperti i cabasisi.