(di Maria Ilaria De Bonis) – Il Time l’ha inserita nella lista dei 25 teenager più influenti al mondo, assieme all’attivista palestinese Ahed Tamimi e alla cofondatrice di ‘black lives matter’, Thandiwe Abdullah. Greta Thunberg, 15 anni, svedese, due occhi severi puntati sui grandi del mondo, è la nuova paladina del clima. Se c’è una cosa che ricorderemo con piacere del grigio Cop24 a Katowice, in Polonia, è la sua faccia.
«Non siete maturi abbastanza per dire le cose come stanno», scandisce Greta dal podio del summit Onu sui cambiamenti climatici, cui partecipavano i leader mondiali in versione ‘profilo sempre più basso’ per non doversi impegnare a salvare il pianeta.
Il tono di voce di Greta, la sua fermezza, le pause misurate, tutto in lei era incisivo, almeno quanto le parole usate.
«Parlate solo di andare avanti con le stesse cattive idee che ci hanno messo in questo disastro», dice lei mentre una platea di adulti-bambini sta lì ad ascoltarla in silenzio e non vola una mosca. E’ una forza che mette a disagio la sua. Perché non te l’aspetti.
Greta sembra una donna navigata, con i lineamenti che somigliano spaventosamente a quelli di Alida Valli in Senso di Visconti. Solo che Greta non recita e sa di avere ragione da vendere.
Non sappiamo da dove prenda questa sicurezza fino a rischiare di «essere impopolare» (come ripete lei, ma sa che neanche questo è vero) pur di gridare al mondo che c’è un pericolo imminente.
«L’unica cosa sensata da fare è tirare il freno a mano», incalza.
In effetti non c’è dubbio che tergiversare sul clima, anziché invertire la rotta ci condurrà tutti verso il baratro.
Nessuno di noi si decide a fare il passo della responsabilità, però, come se una pozione magica avesse paralizzato i nostri pensieri e inibisse l’azione: restiamo impietriti quando dovremmo agire. Siamo spettatori inermi.
«E’ il dolore di molti a pagare per il lusso di pochi», dice ancora Greta in quei dieci minuti di pura verità che riaccende le coscienze.
Il Time l’ha inserita a pieno diritto in quella rosa di adolescenti senza paura: chissà se il mondo lo salveranno davvero loro, i bambini che “sentono” le cose in modo più potente e profetico. Questi adolescenti ci stanno insegnando a non aver paura. Sta tutta lì la differenza tra uomini e non.
Sicuramente il mondo lo rimetteranno in carreggiata, dandogli una sterzata storica, quelli che agiscono con lo stesso occhio bambino dei bambini, senza timori inutili. Il che non significa essere naif.
La potenza di Mimmo Lucano per esempio o quella altrettanto granitica e mite del comboniano Alex Zanotelli.
Costruire una narrazione della realtà differente, più giusta, senza lasciarsi tramortire dalle paure dei potenti, è la cosa migliore che possiamo apprendere dai nostri figli. Chi ci riesce vince. Ma non per se stesso.
La differenza fondamentale tra gli adulti-bambini come quei leader muti di Katowice, e i grandi dallo spirito piccolo, come Mimmo Lucano, in effetti, è che i primi lasceranno dietro di sé il deserto, gli altri presto o tardi il mondo lo cambieranno davvero.
Non c’è alcun dubbio.