Il volontariato con gli anziani, le attività di raccolta fondi per una casa famiglia, i vip testimonial di attività di solidarietà, gli scout. Sono i temi affrontati negli articoli scritti dagli studenti del corso di giornalismo nell’ambito delle attività extracurriculari nella scuola media inferiore “Luigi Settembrini” di Roma. Docente: Agnese Malatesta, giornalista dell’Ansa. Piccoli giornalisti crescono…
VOLONTARIATO CON GLI ANZIANI, “MI FA CRESCERE COME PERSONA”
LORENZO PAGANO, seconda media
Secondo stime dell’Istat in Italia oltre 6 milioni di persone svolgono attività di volontariato. Una di queste è Carl Alfiero, 18enne ed ex alunno della Scuola Luigi Settembrini, che ci racconta la sua esperienza.
Cos’è secondo te il volontariato?
Il volontariato è un modo per rendersi utile nei confronti di qualcuno che ha bisogno, senza lo scopo di trarne guadagno. E’ qualcosa che fa crescere bene la persona.
Perché credi sia importante?
Credo sia importante perché ne trae giovamento lo spirito ed è confortante sapere che ci sia qualcuno, senza particolari interessi, pronto ad aiutare i suoi simili.
In che tipo di volontariato sei impegnato?
E’ un’attività semplice: aiuto gli anziani soli, anche nonni i cui nipoti non li vanno a trovare, ad utilizzare le apparecchiature elettroniche. Ad esempio insegno loro ad inviare messaggi o a telefonare.
Come nasce questo tuo impegno?
Lo faccio perché è un modo per aiutare qualcuno che vive uno stato di disagio e di bisogno. Mi piace provare la sensazione che, pur nel mio piccolo, io possa fare qualcosa per gli altri. Ed è bello vedere la felicità di un anziano nel trascorrere regolarmente del tempo con una persona che lo va a trovare. Quindi il mio non è solo un aiuto ma anche una compagnia.
Ti senti, quindi, soddisfatto e pensi di continuare in questa attività?
Ho cominciato a fare volontariato perché sentivo che nonostante svolgessi molte attività mi mancava qualcosa e sono convinto del fatto che oltre a ricevere bisogna anche dare. Certo che voglio continuare.
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UN CALENDARIO PER SOSTENERE UNA CASA FAMIGLIA. FINO ALLO SCORSO ANNO CI PENSAVA UN MERCATINO
MARTINA DUCA, prima media
Calendari per una raccolti fondi in sostituzione di un Mercatino di Natale. I soldi sono destinati ad una casa famiglia di Roma, ‘La mia famiglia’.
Fino allo scorso anno, per ben 13 anni, a sostenere questa realtà era un mercatino dell’usato che si teneva alla vigilia di Natale nella scuola Principessa Mafalda. Ma quest’anno, per motivi organizzativi, questa iniziativa, che era nata da un’idea di un gruppo di mamme per puro volontariato, non si terrà. Ma la casa famiglia potrà ricevere comunque le risorse per la sua attività con la vendita di un bel calendario.
“La prima edizione del mercatino – racconta una delle mamme, Manuela, – ebbe luogo nel 2005, quindi ben tredici anni fa. L’idea fu della mia amica Laura. Ogni anno abbiamo ricavato circa 10 mila euro che venivano donati alla casa famiglia”.
Manuela spiega che nel mercatino si vendevano giochi, libri e oggetti per la casa.
C’era anche una parte creativa: alcune mamme preparavano collane, biglietti di auguri, addobbi natalizi e venivano anche venduti i biglietti della lotteria. Inoltre, tutti i bambini della scuola partecipavano con disegni da loro realizzati per ottenere un calendario (il protagonista di quest’anno), tazze, quaderni, cartelline e shopper. L’idea iniziale era proprio quella di coinvolgere i bambini della scuola, più fortunati, ed insegnare loro un principio di solidarietà. Ognuno ci metteva sempre un po’ del suo aiuto per partecipare a questo gesto meraviglioso.
“I fondi raccolti dal mercatino come anche per il calendario quest’anno – spiega Laura – sono destinati ai bambini senza genitori ospitati nella casa famiglia. All’inizio non è stato facile ottenere il consenso dei genitori e della preside per la nostra iniziativa ma alla fine siamo riusciti a conquistare la loro fiducia grazie anche all’enorme aiuto delle maestre. Il mio ricordo più bello è l’espressione di stupore dei bambini quando vedevano l’apertura del mercatino”.
“L’esperienza del Mercatino è stata bellissima – dice ancora Laura – Ho conosciuto persone fantastiche che hanno saputo collaborare nonostante la fatica per un obiettivo di solidarietà sociale”.
Ora la solidarietà in aiuto alla casa famiglia prosegue anche se con modalità nuove ma resta sempre vivo e positivo il ricordo del mercatino di Natale fra alunni, genitori e docenti. Attraverso la vendita del calendario 2019 i bambini della casa potranno crescere ed essere seguiti al meglio.
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L’IMMAGINE DEI VIP COME REGALO PER I MENO FORTUNATI
GIGLIOLA PONZANO, seconda media
Sono molti i vip, italiani e stranieri, che da diversi anni svolgono una qualche forma di volontariato regalando la propria immagine e dedicandosi alle attività di associazioni. Fra questi, l’attrice milanese Lella Costa che collabora con “Emergency”, un’associazione nata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche in paesi in guerra, sempre e solo gratuite. La showgirl Lorella Cuccarini e l’attore Ezio Greggio si occupano da tempo della rassegna televisiva “Trenta ore per la vita”, maratona della solidarietà che raccoglie fondi per la ricerca scientifica.
Manuel Agnelli, musicista, e giudice dell’amatissimo X Factor dà il suo contributo all’associazione “Save the children” facendo il testimonial. Quest’anno come simbolo dell’associazione sono stati scelti dei maglioncini rossi con qualche decorazione natalizia bianca; Manuel Agnelli ha regalato questi maglioncini ad ogni concorrente semifinalista di X Factor e li ha portati da da bambini bisognosi che hanno poi facendoli cantare con loro.
Lo showman Renzo Arbore è il testimonial dell’associazione “La Lega del filo d’oro”, impegnata nel sostegno e nel recupero di bambini nati sordi e ciechi. Da tanti anni regala la sua immagine e raccoglie fondi per l’assistenza e la crescita di questi bambini.
‘La partita del cuore’, gara nata nel 1998, che vede in un campo di calcio squadre di attori e cantanti, è un appuntamento annuale che sensibilizza e dà fondi per tematiche diverse. Fra i cantanti che la rappresentano, ci sono Gianni Morandi, Eros Ramazzotti, Andrea Mingardi, Luca Barbarossa e Biagio Antonacci.
L’amatissimo attore pugliese Lino Banfi ha costantemente prestato attenzione ai problemi delle persone meno fortunate, in particolare ai bambini. E proprio per questo nel 2000 è stato nominato Ambasciatore dell’Unicef. Grazie a lui, sono state promosse numerose campagne degli “Amici dell’ Unicef” allo scopo di coinvolgere più donatori possibili e sensibilizzare altre voci dello spettacolo.
Non solo i vip italiani fanno beneficenza ma anche stranieri. Angelina Jolie, attrice, produttrice cinematografica e regista statunitense è impegnata per diritti umani dei rifugiati al punto da essere ambasciatrice dell’agenzia delle Nazioni Unite, l’Unhcr. Anche il cantante americano Justin Bieber dona somme ingenti per progetti che hanno lo scopo di aiutare i ragazzi in difficoltà. In particolare, facendoli tornare sui banchi di scuola e dando loro l’occasione di studiare e di maturare. Inoltre, collabora con alcune associazioni per la costruzione di nuove scuole e cerca di raccogliere, ogni anno, importanti cifre da regalare a chi ne ha bisogno.
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GENITORI DI SCOUT DIVENTANO CAPI
MARCO COCOZZA e GIUSEPPE TELVE, seconda media
Da qualche anno il gruppo scout Roma 72 di San Giuseppe, a Roma, è in “carenza” di capi, dato che molti giovani lasciano l’associazione per motivi di studio o di lavoro. Ed è proprio in questo momento che entrano in gioco i genitori degli stessi scout. Alcuni erano nel gruppo da giovani mentre altri hanno i figli nel gruppo da anni. Dopo un appello degli ultimi capi, quattro genitori hanno risposto di volersi imbarcare in questa impresa. Noi abbiamo intervistato Marco e Francesca, due nuovi capi del branco (la branca scout che include i bambini fra la terza e la quinta elementare, i “lupetti”) per i quali questa esperienza è stata un ritorno al passato. Si tratta di una coppia che si è conosciuta frequentando gli scout e che poi si sono sposati.
Perché avete deciso di tornare capi scout?
C’era necessità di capi, ci siamo resi disponibili anche dopo tanti anni. Il servizio è molto importante per chi è scout, infatti diciamo “estote parati” (“state pronti” in latino) ossia essere pronti ad aiutare nel caso ti venga chiesto aiuto. Pur avendo mille impegni, abbiamo accettato.
Siete stati voi a chiedere di diventare capi?
Sono stati i capi che già c’erano a chiedercelo, ma lo hanno chiesto a molti, scegliendo quelli già scout o più vicini. All’inizio avremmo dovuto dare solo un supporto esterno poi siamo dovuti diventare capi veri e propri.
Qual è stata la vostra prima impressione del branco?
Il branco è bellissimo, anche se è anche un po’ stancante, perché i più piccoli fanno le attività con più capacità di meravigliarsi e stupirsi, capacità che i ragazzi grandi piano piano perdono e che poi gli adulti perdono del tutto. Nonostante tutti gli anni passati, ci è sembrato di non aver mai smesso di essere scout.
Qual è la vostra emozione per essere tornati capi scout?
Sono molte le emozioni, soprattutto l’entusiasmo. Tutta la settimana pensiamo a come fare un’attività e a cosa potremmo migliorare. Il bello è che in ogni riunione si trova un lato nuovo che non avevi notato in ogni lupetto.
Ma la cosa più bella è che non c’è nessun guadagno e quindi rende la cosa più pura. L’unico guadagno è la soddisfazione. Questo vale anche per tutte le altre attività senza guadagno. Se ci si pensa, anche fare i genitori è così. Solo che si è capo scout con figli non tuoi e molti di più.