(di Patrizia Caiffa) – E’ stato presentato a Milano “Torneremo ancora”, il nuovo album di Franco Battiato (Sony Music Legacy), che sarà disponibile dal 18 ottobre su cd e doppio lp nei negozi e sugli store digitali.
Da tempo si fa un gran parlare sullo stato di salute del Maestro, che da un paio d’anni non ha più tenuto concerti dopo una caduta che gli ha provocato una doppia frattura a femore e bacino. La sua privacy nella casa di Milo, sulle falde dell’Etna, è costantemente protetta da un cordone di amici. La maggior parte offre rassicurazioni, smentendo qualche voce che invece teme il peggio.
Anche i media mainstream e il tam tam dei social danno oramai per certa il ritiro ineluttabile dalle scene, data una situazione sanitaria compromessa.
Battiato non era presente in conferenza stampa ma vederlo di nuovo in un breve video diffuso in anteprima, seppure più provato rispetto alle ultime uscite pubbliche e forse risalente a due anni fa, è una grande emozione: un misto di gioia e commozione.
Il videoclip ufficiale di “Torneremo ancora” verrà pubblicato prossimamente ma su YouTube qualcuno è riuscito ad aggirare il copyright.
I motivi di salute, confermano i suoi collaboratori, non gli hanno però impedito di partecipare alla lavorazione dell’album e dell’inedito – scritto e composto da Battiato con Juri Camisasca – che dà il titolo all’intero progetto.
All’interno vi sono 14 tra i brani più rappresentativi della sua opera, registrati durante le prove di alcuni concerti nel 2017 con la Royal Philharmonic Concert Orchestra, diretta dal Maestro Carlo Guaitoli: oltre all’inedito “Torneremo ancora” potremo riascoltare di nuovo “La porta dello spavento supremo”, “Le nostre anime”, “Come un cammello in una grondaia”, “Le sacre sinfonie del tempo”, “Lode all’inviolato”, “L’animale”, “Tiepido aprile”, “Povera patria”, “Te lo leggo negli occhi”, “Perduto amor”, “Prospettiva Nevsky”, “La cura”, “I treni di Tozeur”, “E ti vengo a cercare”, “Le nostre anime”, “L’era del cinghiale bianco”.
“Da anni ho lavorato sulla conoscenza del mistero insondabile del passaggio”
dice l’artista.
Il Maestro Guaitoli racconta di aver visto Battiato commuoversi durante l’ascolto finale del disco: “è stata la conferma che un lavoro importante era stato fatto, dando vita a un documento che rende onore alla sua straordinaria carriera”.
Tra le più prestigiose al mondo, la Royal Philharmonic Concert Orchestra ha collaborato con vere icone della cultura pop – da Burt Bacharach a Henry Mancini e Stevie Wonder – e nomi illustri della musica lirica, come José Carreras e Luciano Pavarotti. L’arrangiamento e l’esecuzione dei brani di Battiato hanno dato nuova luce a canzoni che fanno parte ormai del nostro patrimonio culturale.
Dell’inedito parla anche il co-autore Juri Camisasca:
“’Torneremo ancora’nasce dalla consapevolezza che tutti noi siamo esseri spirituali in cammino verso la liberazione”.
“La trasmigrazione delle anime in transito verso la purificazione – spiega Camisasca – è l’idea di base che ispira questa canzone. I migranti di Ganden sono qui chiamati a rappresentare il percorso delle anime al termine della vita terrena e le vicissitudini che questa nostra esistenza comporta. Nel contesto del brano, la migrazione non va interpretata nell’ottica delle problematiche politiche. Migrante è ogni essere senziente chiamato a spostare la propria attenzione verso cieli nuovi e terre nuove, piani spirituali che sono dimore di molteplici stati di coscienza e che ogni essere raggiunge in base al proprio grado di evoluzione interiore”.
Certo, le parole dell’inedito si commentano da sole:
Un suono discende da molto lontano
assenza di tempo e di spazio
nulla si crea, tutto si trasforma
la luce sta nell’essere luminoso
irraggia il cosmo intero
cittadini del mondo
cercano una terra senza confine
la vita non finisce
e come il sonno
la nascita è come il risveglio
finché non saremo liberi
torneremo ancora
ancora e ancora.
Artista visionario, colto, ironico, eclettico, curioso sperimentatore del nostro panorama musicale, Franco Battiato ha rivoluzionato la musica italiana fondendo più registri (musicale, linguistico, estetico) e coniugando lo spirito più avanguardistico e colto a quello più popolare.
Il suo estro e la sua creatività hanno trovato espressione anche in altri ambiti artistici (pittura, cinema, editoria) contribuendo a definire la sua originale personalità.
Accettiamo la riservatezza sulla sua salute e sentiamo l’emozione di onorare colui che ha più osservato e cantato il misterioso confine tra la terra e il cielo.
Avere la possibilità di riascoltarlo di nuovo, in cammino verso la fine dei suoi Giorni Felici, significa accompagnarlo e accompagnarsi con la sua musica in questo momento del Passaggio, davanti a quella Porta dello Spavento Supremo che così bene ha descritto in parole e musica.
Finché non saremo liberi torneremo ancora, perché nulla si crea, tutto si trasforma. Grazie Maestro.
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