(di Marzia Giglioli) – Fare cinema nonostante il Covid e la quarantena. Un set virtuale dove attori, registi, fotografi di scena hanno lavorato da remoto per realizzare un corto sperimentale. Per dimostrare che si può vincere il blocco imposto dall’emergenza.
Questo l’esperimento portato avanti dalla
Libera Università del Cinema, che ha realizzato in queste settimane un film grazie al lavoro del suoi docenti e dei ragazzi iscritti quest’anno.
E così il lockdown si è rivelato uno straordinario laboratorio sperimentale.
Dovendo interrompere le lezioni in aula, i docenti della Luc hanno deciso non solo di organizzare i corsi via web, ma di dare un’opportunità straordinaria agli studenti: quella di costruire un set dove la distanza non fosse un limite ma un’opportunità.
Il primo passaggio è stato quello di creare un soggetto che si piegasse su queste nuove linee, costruendo ruoli polivalenti nei quali si sono mescolati quelli del regista, del fotografo, del tecnico delle luci, degli attori, dando vita a “Codex” un corto che, oltre a identificarsi nel periodo di emergenza, ha usato proprio la distanza come nuovo mezzo espressivo.
Ognuno degli studenti, in un luogo diverso, ha lavorato come se la troupe fosse intatta e tutto fosse come ‘prima’.
Guidati dai docenti hanno costruito un film ‘resiliente’ che sarà oggetto in questi giorni di dibattiti e forum.
L’esperimento può davvero rappresentare un nuovo modo di fare cinema, quando tutto sembra destinato ad attendere e gli studi per le riprese rimangono ancora chiusi.
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