(di Massimo Lavena) – Il trionfatore di San Remo 2019, il cantante milanese Mahmood, si trova a partecipare in rappresentanza dell’Italia, all’Eurovision Song Contest, un tempo denominato Eurofestival. L’edizione 2019 si svolge a Tel Aviv, e la canzone “Soldi“ di Mahmood è in questi giorni la più trasmessa dalle radio israeliane. E su questo non ci sono problemi, in quanto la canzone è bella, originale, coinvolgente, e con un testo non scontato.
E fin qui niente di nuovo e straordinario: il 27enne Mahmood, figlio di un egiziano e di una donna di Orosei in Sardegna, non parla arabo e invece parla fluentemente il sardo.
Oggi sta godendo del suo giusto successo, scoppiato piano piano, dopo che già si era affermato come autore di canzoni per altri cantanti (Mengoni, Fabri Fibra tra gli altri), dopo la partecipazione ad X Factor e la pubblicazione di alcuni dischi che da subito lo avevano fatto conoscere per il suo stile e la sua voce particolarissima.
Vissuto a Gratosoglio, nella periferia milanese, in un contesto multietnico e popolare, racconta la vita e le storie che vede, con una poesia rara.
Ci piace Mahmood, ed è bello che piaccia anche in Israele. Ed è un bravo ragazzo, che ha scelto di andare a cantare in Israele, nonostante quella parte del suo sangue di origine egiziana avrebbe potuto metterlo in difficoltà.
Estratto da Repubblica.it, dalla pagina ufficiale dell’Eurovision Song Contest Tel Aviv 2019
Ciò che va messo in evidenza è come una normalissima conferenza stampa, con ovvie domande da parte di giornalisti che non conoscono i curricula di tutti i cantanti partecipanti all’Eurovision Song Contest; che si trovano davanti un bel ragazzo con accento meneghino; con un nome di origine araba, in pieno Ramadan; proveniente dalla estrema periferia di una grande città; ecco, questi aspetti possano destare curiosità e portare a tralasciare gli argomenti meramente musicali, per cercare di dar pepe ad una manifestazione che, in verità, di veri spunti musicali sono molti anni che non ne offre più.
Non c’è da gridare allo scandalo o alla offesa, Mahmood ha dimostrato cosa vuol dire rispettare e crediamo, che al netto di qualche sorriso di stupore, abbia testimoniato, con le sue parole e la sua naturalezza, la bellezza e la gioia di questa Italia che porta con se i geni di millenni di Storia.
Quella Storia che in troppi oggi dimenticano. Viva Mahmood. Viva l’Italia che canta.