di Patrizia Caiffa – Quante donne riescono ad avere il successo e il riconoscimento che meritano nel mondo della scienza, della matematica, della tecnologia? Poche, ancora molto poche. Ma qualcosa si muove, grazie alla mobilitazione della società civile.
Nella Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza che si celebra in tutto il mondo oggi, 11 febbraio, l’organizzazione per i diritti dei bambini Save the children ricorda alcuni dati che evidenziano un gigantesco gap in Italia, che nasce nei primi anni di scuola e prosegue nel mondo del lavoro:
oggi nel nostro Paese solo il 16,5% delle giovani si laurea in facoltà scientifiche, contro il 37% dei maschi;
appena il 22% si diploma in istituti tecnici, a fronte del 42% tra i coetanei maschi. Tra gli studenti con alto rendimento nelle materie scientifiche, solo 1 ragazza su 8 si aspetta di lavorare come ingegnere o in professioni scientifiche, a fronte di 1 su 4 tra i maschi.
Nelle università le donne rappresentano solo il 20% dei professori ordinari nelle materie scientifiche, matematiche, tecnologiche e ingegneristiche.
Per questo Save the children lancia oggi una mobilitazione online su Instagram con l’uso degli hashtag #noncivuoleunascienza #civuoleunascienziata per chiedere “maggiori investimenti nell’istruzione e politiche di promozione delle pari opportunità”, con il coinvolgimento di attiviste e di donne e ragazze del mondo della scienza e del digitale.
Post e azioni sui social intendono alimentare le conversazioni online e coinvolgere il pubblico. Sarà anche una occasione per ricordare il ruolo fondamentale che le donne scienziate hanno rivestito nella storia, nonostante gli ostacoli posti sul loro cammino, usando l’hashtag #senzadilei.
Scopriremo quindi che l’americana Barbara McClintock, fu costretta a studiare botanica perché allora gli studi di genetica erano vietati alle donne, ma riuscì a conquistare il Nobel per la medicina proprio per i suoi lavoro in ambito genetico.

Oppure che Emmy Noether, tedesca, fu costretta a insegnare matematica all’università con nome falso e maschile, e che più tardi fu indicata come “il più significativo e creativo genio matematico apparso finora” niente meno che da Einstein.

Mentre sappiamo tutti (o quasi) che l’italiana Rita Levi Montalcini, riuscì ad iscriversi all’università contro il volere del padre, convinto che per una donna una carriera del genere avrebbe comportato distrazioni nei doveri di moglie.

“Bambine e ragazze, in Italia come nel resto del pianeta – dichiara Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the children -, continuano a scontare sulla propria pelle un divario di genere che non permette loro di far fiorire le proprie potenzialità, semplicemente perché nessuno crede in loro o perché non viene offerta loro un’opportunità.
Un gap inaccettabile che con la pandemia rischia di diventare ancora più profondo”.
- Foto di copertina di Welcome to all and thank you for your visit ! ツ da Pixabay
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