Negli ultimi anni, nel campo dell’ingegneria genetica si è verificato un salto enorme: si producono cloni che respirano, pensano e agiscono come noi. Per quanto la maggior parte della gente sia riluttante davanti alla manipolazione genetica, resta il fatto che degli esseri umani si sono dimostrati capaci di ricreare la vita e persino di migliorarla. Questa conclusione ci porta automaticamente a un’altra domanda molto interessante e altrettanto controversa: se gli esseri umani possono produrre nuove forme di vita, non potrebbe essere la razza umana stessa un prodotto dell’intervento genetico realizzato da intelligenze più progredite?
I nostri avi erano soliti dire: “Gli dei sono venuti dal cielo e crearono l’umanità”. Esistono centinaia di miti della creazione in tutto il mondo e la maggior parte parla di persone venute dalle stelle sul nostro pianeta, in un tempo lontano e che hanno creato l’umanità, istruito l’uomo nelle scienze come l’astronomia, la matematica, la metallurgia, l’agricoltura e molte altre cose.
Sempre esseri divini hanno instaurato di nuovo la vita sul pianeta dopo ogni cataclisma come nel caso del diluvio, un tema ricorrente nei miti di tutto il mondo. E qui si delinea un’altra corrente di pensiero sulle nostre origini: la caduta. È proprio un termine strano quello della caduta, come se nostri “antenati” fossero precipitati da un altrove a qui. Si è scritto poi che la caduta è una metafora per indicare che ci si è allontanati dalla Legge Divina e che si è nell’errore. E da questa scritta anonima, siamo diventati esseri sbagliati, condannati ad una specie di ergastolo sulla Terra, per evolverci s’intende! Ma tralasciamo questa spiegazione poco allettante che ha intristito per millenni la nostra vita e immaginiamo di aggiornare il nostro software mentale con nuove ipotesi.
Oggi non ci sono più dubbi sul fatto che esistano altre forme di vita intelligente in un universo che si dispiega sempre più vasto. Ci sono prove che siamo stati visitati a più riprese da esseri più evoluti e la loro conoscenza era così vasta e i loro poteri così enormi che col tempo, la gente iniziò a trattare questi visitatori come “Dei”. Questi Dei non solo avrebbero visitato a più riprese il nostro pianeta nel corso dei millenni ma avrebbero anche modificato il codice genetico umano, facendo compiere al genere “homo” un salto evolutivo che altrimenti avrebbe richiesto milioni di anni.
Darwin non avrebbe potuto sopportare né supportare una tale ipotesi. Era figlio del suo tempo, del positivismo e del determinismo…Resta il fatto che l’anello mancante tra le api e l’essere umano non ha mai fatto la sua comparsa e resta il fatto che le scimmie non si evolvono né in ominidi né in uomini, ma continuano ostinatamente a essere scimmie così come ai pesci non crescono quattro zampette per diventare rettili!
Per contro, l’uomo subisce costanti e impressionanti mutamenti, dovuti in parte allo sviluppo esponenziale delle tecnologie e delle comunicazioni, in parte alle sfide dell’ambiente e della società, e non di meno anche allo sviluppo della sua consapevolezza. Inoltre, molte sequenze del nostro DNA non sono attive, ma sono lì in stand-by, come il progetto disegnato di un edificio che aspetta di essere costruito.
Chi siamo? Semidei, frutto dell’amplesso tra un Dio e una figlia dell’Uomo? Figli di un dio minore? Oppure mostri prodotti dal capriccio di un Dr Frankenstein alieno? Insomma, la questione della nostra apparizione sul pianeta rimane aperta così come rimane ancora oscuro il fine del progetto “uomo”.
Non montiamoci la testa! Come dimostra il nostro DNA, non siamo ancora “finiti” e non finiremo di stupirci. Ma è venuto il tempo di aprirci a nuove ipotesi. Potremmo essere sull’orlo di scoprire l’origine dell’Amore e smettere finalmente di annientarci per stupidaggini. Se siamo figli di dei o di un solo Dio “omni”, di sicuro, la prospettiva si presenta più rosea e avventurosa e potremmo finalmente uscire di prigione!
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