di Giulia Segna* – Lorenza ha 37 anni, vive e lavora a Bolzano anche se originaria di Padova. Appare molto più giovane della sua età, è luminosa, sorridente, un vulcano di energia positiva. Il suo segreto? Cogliere la bellezza in ogni cosa, anche nelle più piccole.
“Bevo una tazza di tè verde e questo basta per rendermi felice, oppure apro un libro illustrato per bambini e mi emoziono. Lascio che tutti i miei sensi siano coinvolti”.

Sono tanti i momenti che le danno gioia, racconta a B-hop, così come tante sono le esperienze che ha vissuto finora: il suo curriculum è incredibilmente variegato. Corsi di illustrazione per l’infanzia, lingue straniere, catalogazione di stampe antiche, calligrafia e legatoria, grafica sperimentale, fabbricazione della carta, editoria, scrittura, giornalismo e altro ancora.
Un lunghissimo elenco di competenze che ad un occhio disattento potrebbero apparire confuse, incoerenti, slegate tra loro ma che invece Lorenza vede connesse: “tutto ruota intorno al libro, come oggetto”.
Non è anche questa bellezza? Saper cogliere i fili invisibili che ci collegano alle persone, alle situazioni, agli oggetti, alle scelte. Lorenza è certa che ogni scelta fatta in un dato momento sia perfetta per quel preciso istante e pentirsene dopo non è consigliabile. Che riguardino il lavoro, un trasferimento, una relazione, un’amicizia,
le decisioni che stiamo prendendo sono le migliori possibili e ci stanno conducendo al prossimo passo.
In effetti, dal racconto di Lorenza, emerge chiaramente la propensione a lasciarsi guidare dai segnali che la vita le propone, fiduciosa nella bellezza della vita stessa: “mi sento una persona in cammino nell’ignoto, nell’incertezza, nella precarietà e nel dubbio. In una ricerca di senso mai esaurita. Ma in tutto questo sento anche di non aver paura, di non sentirmi sopraffatta dagli eventi. In parte per fede, in parte per carattere”.
É con questo spirito che affronta anche i momenti più bui, che certamente non mancano nella vita di nessuno, neanche dei più ottimisti come lei.
“Nulla è per caso. E soprattutto, non ci succede mai nulla per il quale non abbiamo gli strumenti per affrontarlo”.
Sente di essere all’interno di un disegno misterioso molto più grande di lei, nel quale ripone la sua assoluta fiducia. In effetti, si sa talmente poco del senso dell’esistenza umana che vale la pena farsi trasportare dalla felicità.
Come mai allora alcune persone non riescono a vederla tanta bellezza, vivendo in un costante stato di malumore e insoddisfazione? Per Lorenza è difficile immaginare che si possa rimanerle indifferenti. Forse, riflette, “tra la percezione e la reazione potrebbero intervenire filtri legati al pudore, alle troppe preoccupazioni, alla distrazione. O magari in certe persone la bellezza è a rilascio graduale”.
Per quel la riguarda, invece, la bellezza è momentanea e talmente estatica che non riesce ad averne il controllo: “Nelle sue manifestazioni più intense ha un effetto pervasivo, quasi violento. Altre volte ha un effetto annichilente. Nel primo caso è come se tutto il mio essere vivesse un’urgenza di espansione, un desiderio di ampiezza – per arrivare ad essere tutt’uno con quello che sto vedendo o vivendo – che si scontra con i limiti del mio corpo.
Nel secondo caso, invece, prevale una sensazione di completezza che mi toglie ogni capacità di reazione esteriore. Il movimento, a quel punto, è esclusivamente interno ed è simile ad un flusso che scende in profondità.
In entrambi i casi la bellezza ha la capacità di portarmi “oltre”, che sia fuori o dentro di me. È movimento”.
* L‘articolo è stato realizzato nell’ambito delle esercitazioni svolte dalle partecipanti alla edizione 2020 del corso “Dalle news tossiche al giornalismo costruttivo e di comunità” organizzato dall’associazione B-hop.
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