“Il caso Spotlight”,scritto da Josh Singer e Tom McCarthy, che ne firma anche la regia.
Premiato agli Oscar come miglior film e migliore sceneggiatura (qui il sito). La statuetta è arrivata al destinatario giusto. Si ripercorre il lavoro di inchiesta del team del Boston Globe che lavorò nel 2011 sui casi di pedofilia commessi da oltre 80 preti cattolici. Consigliatissimo. Non aspettatevi un film focalizzato sulla storia delle vittime. Troverete invece un film che vi permetterà di capire come nasce un’inchiesta. Alcune immagini che colpiscono: la scena dei giornalisti che con il righello spulciano centinaia di pagine di elenchi di preti dell’arcidiocesi della città di Boston; il colloquio con il nuovo direttore e la sua sorprendente richiesta di smontare il sistema e di non fermarsi alla storia del singolo prete; le cinque scrivanie dei cinque giornalisti che lavorano sul caso, rispondono al telefono, corrono nei tribunali, nelle case, incontrano testimoni. E poi i titoli di coda dove scopri che il cardinale coinvolto nei fatti è stato spostato e ora si trova a Roma, nella basilica di Santa Maria Maggiore.
“Lo chiamavano Jeeg Robot”, diretto da Gabriele Mainetti
Un film nuovo e geniale nel suo genere (qui il sito). La scena cult è quella nella quale il supereroe coatto Claudio Santamaria lancia un water (anzi un cesso per essere coerenti) al cattivo, anch’esso coatto, interpretato da un inquietante Luca Marinelli.
b-hoppers che hanno visto e commentato i film questa settimana:
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