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Home Primo Piano

Cinema America: atti vandalici alla Cervelletta ma i ragazzi non si scoraggiano

di Margherita Vetrano
15 Luglio 2019
in Primo Piano, Se ne parla
Tempo di Lettura: 3 mins read
34 1
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(di Margherita Vetrano) – Nella notte tra il 12 e il 13 luglio, qualcuno ha danneggiato la passerella che attraversa il parco dell’Aniene a Roma. Proprio quella passerella che dal quartiere di colli Aniene si inoltra nel bosco e consente ai cinefili appassionati di raggiungere il casale storico della Cervelletta, a ridosso del quale è istallato uno dei tre megaschermi dei ragazzi del Cinema America. E’ proprio grazie ai ragazzi che l’antica struttura è tornata alla ribalta e i suoi dintorni sono stati bonificati e ripuliti, conoscendo una nuova vita…che pulsa di ospiti e di vita ad ogni proiezione.

Chi sia stato e se il danno possa essere riconducibile alle aggressioni già subite a Trastevere da alcuni di loro a fine giugno non si sa.

Danni alla passerella

“Non penso ci sia un collegamento e non ci interessa scoprirlo. Ciò che conta è rimboccarci le maniche per rimettere tutto in ordine. D’altra parte siamo abituati a proteggere e presidiare la zona, per impedire agli agenti atmosferici di danneggiare la struttura nei due mesi di proiezione” spiega Luca Tienforti a B-hop magazine. Quello che ci fa più paura è la pioggia; se entra in cabina, può diventare un problema serio!”

Sono così i Ragazzi del Cinema America, schietti ed attivi, pronti all’azione e a difendere il loro territorio.

Un vero piacere parlare con loro e vedere quanta passione e dedizione mettano in quello che fanno. Non mollano mai, nemmeno in una serata come quella di sabato sera, quando la pioggia ha scoraggiato il grande pubblico ma la proiezione è andata avanti, mantenendo l’usuale promessa di magia, con “Moonrise Kingdom”.

Moonrise Kingdom (Wes Anderson USA 2012)

“Siamo frutto del nostro lavoro – prosegue Luca -. Abbiamo creato le nostre competenze dall’esigenza di sfruttare ciò che eravamo riusciti a conquistare, Il Cinema America”.

“Ogni giorno improvvisavamo e lo facciamo ancora per sfruttare ciò che abbiamo per le mani, barcamenandoci tra la paura di affrontare un mondo nuovo e la soddisfazione dovuta al lavoro di gruppo, allo spirito d’appartenenza e d’unione che ci lega“.

“Proveniamo da quartieri diversi e ci conosciamo dai tempi dell’occupazione, non prima, abbiamo età diverse. Non è stato semplice coordinarci ma adesso siamo una vera squadra”.

Mentre parla gli si illuminano gli occhi. Tra i fondatori del gruppo, esile e schivo, Luca è di quelli che ne ha fatto una professione, lasciando un lavoro sicuro che non gli consentiva di dare il 100%.

“Mi fu chiesto espressamente di partecipare ed accettai perché vidi nei ragazzi una mentalità e dei valori diversi dagli stereotipi politici giovanili. Si apriva l’opportunità di offrire dei servizi e di gestire l’occupazione senza cadere negli errori ai quali ci si espone, sottraendoci alla strumentalizzazione dei Centri Sociali e dell’Università. Noi eravamo altro e volevamo dimostrarlo”.

“La prima vera vittoria – ricorda – arrivò col vincolo di tutela sul Cinema America, un passo nella legalità che creò uno spartiacque definitivo tra noi e chi occupa. I ragazzi da noi imparavano non perché costretti sui banchi di scuola ma per un loro desiderio. Si univano a noi con la voglia di lavorare e di contribuire con le loro idee ai nostri progetti. Noi cercavamo di rendere questo desiderio possibile. Dopo che il Cinema è stato sgomberato, ci siamo riorganizzati in Associazione. Questo ci ha permesso di evolverci e non morire come accade in genere alle occupazioni. Tutti sono utili ma nessuno è indispensabile; non sono richiesti requisiti particolari per entrare nell’Associazione, sono sufficienti la voglia di lavorare e l’amore per i progetti che portiamo avanti. Qualsiasi giovane, con una buona idea e tanto impegno può ottenere ciò che desidera!”

“Siamo l’esperienza, romana e sincera che salva dall’apatia”.

Fa bene ascoltare le parole di Luca in un momento di deserto di passioni e di lassismo giovanile. Il loro modello di coesione eterogeneo è un esempio positivo di come, guardare in una stessa direzione, aiuti a non vedere le reciproche differenze ma solo i punti di contatto e trasformarli in energia collaborativa.

https://www.facebook.com/piccoloamerica/videos/384837092146930/

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Margherita Vetrano

Margherita Vetrano

classe ’73, mi formo all’Università dell’Aquila con studi economici ed attualmente lavoro a Roma dove vivo con il marito e i tre figli. Io B-hop perché. non c'è altra bellezza che fare ciò che ci fa star bene: scrivere notizie positive per raccontare il "mondo migliore".

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