di Agnese Malatesta – Se un nome dà il senso di ciò che esprime, quello della cooperativa ‘New Hope’ è un esempio di scuola. Speranza, la parola chiave, oggi tangibile in tanti oggetti, di colori festosi e brillanti che raccontano storie e percorsi di vita, realizzati da donne africane, per lo più nigeriane, liberate dalla tratta di essere umani.
‘New Hope’ è una sartoria etnica nata da una costola di ‘Casa Rut’, voluta da tre suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria, arrivate a Caserta da Vicenza nel 1995, per prendersi cura di donne, soprattutto migranti, sole o con figli, oggetto di sfruttamento.

Sette al momento le donne – si chiamano ‘tessitrici di nuove speranze’ – che lavorano regolarmente nella cooperativa sociale, nata nel maggio 2004, che permette loro di evitare l’assistenzialismo e di essere invece protagoniste della propria vita. Alcune di queste donne nel frattempo si sono sposate, hanno figli, una vita sociale degna di essere chiamata tale. “Non c’è riscatto che non possa fiorire”, recita la filosofia di ‘New Hope’.
“La cooperativa è stata una sfida” dice a B-hop magazine l’ideatrice del progetto, suor Rita Giaretta, perché si voleva pensare non solo ad un futuro lavorativo e dignitoso per le donne ma anche avviare uno scambio culturale fra le donne africane e le donne italiane. Un progetto interculturale che sta dando buoni frutti. ‘New Hope’ è anche il segno di una possibile economia solidale e di un impegno costante nella lotta contro la tratta.
Suor Rita, 64 anni, anche se spesso in giro per l’Italia per nuovi obiettivi da costruire (ora è a Roma dove sta organizzando una casa di accoglienza per donne violentate) fa sempre parte di questa famiglia e dice di sentirsi come una nonna per i bambini che sono nati dal progetto della cooperativa: “E’ stupendo invecchiare e vedere i nipoti che crescono, persone che hanno progetti comuni, che si sposano”.
Al centro di Caserta, ‘New Hope’ ha aperto un punto vendita, il prossimo store è in programma a Roma. Lo shop è anche online (coop.newhope.it): t-shirt, mascherine, spille, astucci, scaldacolli, gonne, cravatte, borse, segnalibri, cinture. Creazioni realizzate soprattutto con tessuto wax, la tradizionale stoffa usata dalle donne africane, in cui motivi, disegni e decori stampati comunicano la storia culturale da cui proviene.
“Inevitabile innamorarsi del wax”, dicono a ‘New Hope’:
“un abito Wax non è solo un abito, una copertura per il corpo, ma un messaggio che chi lo indossa sceglie di trasmettere.
Ogni colore ricalca uno stato d’animo: un abito molto colorato con motivi a spighe di mais può simboleggiare ricchezza e abbondanza, gli uccelli in volo sono invece di buon auspicio per chi si mette in viaggio”.
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