Seppure nel 2016 la bicicletta sia stata candidata al Premio Nobel per la pace grazie ad una campagna italiana di sensibilizzazione, ancora sono tanti i pregiudizi che pesano sulle due ruote nel nostro Paese. A smascherare tutti i tabù e le sbagliate credenze su questo intramontabile mezzo di trasporto e strumento democratico del vivere civile di ogni comunità ci penserà l’ottava edizione del Bike pride, la parata di biciclette organizzata dall’Associazione Bike Pride Fiab Torino, con il Patrocinio del Comune di Torino, in programma domenica 2 luglio proprio nel capoluogo piemontese.
Migliaia di persone in bicicletta ricorderanno al resto della cittadinanza e all’Amministrazione che la bici è un mezzo di trasporto usato da tanti ogni giorno e invieranno un messaggio contro la disinformazione e lo scetticismo verso le due ruote, un mezzo che invece, come spiega Fabio Zanchetta presidente di Bike Pride, “può portare solo benefici ambientali ed economici, per la salute di chi la usa e per la città.”
La parata parte alle ore 15.30 dal Parco del Valentino. Il percorso, semplice e a forma di balena, si sviluppa su circa 13 km, concludendosi sempre al parco intorno alle 17.30. Alla testa della parata, come da tradizione, ci saranno i bambini. Nulla di agonistico e una velocità volutamente ridotta permetterano a tutti i partecipanti – gli organizzatori si aspettano circa 10mila persone- di gustarsi la pedalata.
L’auspicio è che oltre a controllare freni e gomme, i partecipanti “addobbino” le proprie bici e se stessi (con cappelli e indumenti colorati, maschere, strumenti musicali) in modo da rendere festoso, multicolore e musicale l’evento.

Fabio Zanchetta, sentito da b-hop alla vigilia del Bike Pride, ricorda che anche quest’anno l’evento servirà a chiedere un intervento puntuale all’amministrazione torinese. In particolare l’obiettivo del 2017 è “la realizzazione di living streets”, cioè una serie di interventi a bassissimo costo per rendere uno spazio pubblico più vivibile, sicuro e attrattivo per le persone e meno fruibile dalle auto. “Con le living street non si rende ciclabile una via – ci racconta Zanchetta – “ma si inseriscono delle segnaletiche o degli elementi di arredo urbano come panchine, fioriere che pur lasciando spazio alla circolazione delle automobili ne riducono l’usuale protagonismo e donano più spazio a pedoni e ciclisti. E’ un concetto europeo che potrebbe essere replicabile con successo nelle nostre città”.
Con buone pratiche come quella della living street la città di Torino potrebbe così sviluppare una cultura della sostenibilità, basata sulla convivenza tra automobilisti, pedoni e ciclisti, diventando cosi una città capace di riconoscere la centralità della persona, ridimensionando traffico e inquinamento. Se inoltre si pensasse davvero alla sicurezza dei cittadini, gli amministratori dovrebbero subito promuovere la cultura della bicicletta perché, come mostrato da un importante studio condotto tra il 2003 e il 2010 su 100 città da un ricercatore danese, le città con più biciclette sono le città con il numero minore di incidenti stradali.
Di tutto questi temi e di quanto accadrà durante la parata si farà portavoce Border radio, una emittente locale che trasmetterà live dal Bike pride.
Per sostenere i costi dell’organizzazione dell’evento, che è tutto autogestito e finanziato dall’associazione Bike Pride, è stata lanciata una raccolta fondi tramite una piattaforma di crowdfunding alla quale tutti possono contribuire.
Nella nostra chiacchierata con Fabio Zanchetta abbiamo scoperto che il Comune di Torino ha istituito lo scorso marzo una consulta della mobilità ciclistica e della moderazione del traffico nella quale siedono con possibilità di veto, proposta, analisi anche membri dell’associazione Bike Pride. La consulta non si è ancora riunita, ma speriamo – insieme all’associazione Bike Pride – che la parata di domenica spinga il comune a convocare presto questo organismo, e che nell’ordine del giorno ci sia “Living Street per Torino“. Sarebbe un’ulteriore conferma del fatto che “pedalando si arriva lontano, molto lontano”.