(di Walther Gusai) – Toccare la bellezza e l’arte con la mano, una vera e propria sfida. E’ quanto si prefiggono gli organizzatori della mostra “Toccare la bellezza” in corso presso la mole Vanvitelliana, dal 10 novembre 2019 all’8 marzo 2020.
Una iniziativa promossa e organizzata dal Museo Tattile Statale Omero, dal Comune di Ancona e in collaborazione con la Fondazione Chiaravalle Montessori e l’Associazione Bruno Munari.
La sfida è promuovere un’esperienza della tattilità dal punto di vista artistico ed estetico.

Accorrono in loro aiuto il ricordo, l’opera, il pensiero di Maria Montessori e Bruno Munari, entrambi attivi nel secolo scorso, ma operanti in campi diversi.
Bruno Munari (Milano 24 ottobre 1907 – Milano 29 settembre 1998), artista, designer e scrittore, contribuì in diversi campi dell’arte visiva e non visive.
Verranno esposte più di 100 sue opere, a testimonianza di come il suo lavoro sia stato sempre fortemente caratterizzato da un’attenzione ai temi della multisensorialità e dall’impiego di materiali naturali e industriali, anche a fini pedagogici.
Maria Montessori (Chiaravalle 31 agosto 1870 – Noordwijk 6 maggio 1952) è la famosa educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile, ideatrice del metodo educativo Montessori, noto e adottato in tutto il mondo.
Alla mostra sarà presentato il suo modello educativo e numerosi materiali, specie quelli inerenti all’educazione sensoriale e della mano definita da lei stessa “l’organo dell’intelligenza”.
Il contributo di Munari e Montessori si rivela fondamentale, dal momento che
entrambi con la loro opera hanno esortato il mondo a ricredersi circa l’uso e il valore del tatto.
Ne sono di esempio opere come Il libro illeggibile di Bruno Munari, un chiaro invito a porre come senso prediletto il tatto, per compiere un’azione destinata comunemente e tradizionalmente alla vista, ovvero quella di utilizzare un libro.
In questo modo, il libro non viene più letto, ma percepito e profondamente analizzato attraverso le dita, il tatto, al fine di ricevere sensazioni che solo quest’ultimo è in grado di suscitare.
Un altro esempio può essere senza dubbio “La tavola tattile n.32 “in grado di esprimere la sua potenzialità solo se toccata.
D’altro canto, anche se in ambiente profondamente diverso, Maria Montessori, con l’aiuto di materiali pedagogici ha rivoluzionato il campo dell’educazione facendo del tatto un senso indispensabile attraverso il quale il bambino viene a contatto con il mondo esterno.
E’ dunque il mezzo prediletto per conoscere, scoprire, sperimentare tutto ciò che lo circonda.
In questo modo l’insegnamento nei primi anni di vita diventa, per il bambino, una vera e propria esperienza vissuta attivamente e in prima persona

Si tratta, dunque, di un’esperienza fortemente improntata alla scoperta di nuovi modi di essere, in relazione con il mondo circostante.
Un viaggio all’insegna della percezione di nuove emozioni e sensazioni,
ponendo come fine il ribaltamento della concezione classica. Ossia porsi nei confronti dell’arte e coinvolgere a 360 gradi chiunque voglia mettersi in gioco pur di andare oltre lo sguardo critico ed essere in balia di sensazioni senza l’ausilio della vista.
In assenza dello sguardo la nostra mente è in grado di vagare e percepire in maniera diversa e totale ciò che ci circonda. L’opera in oggetto può senza dubbio assumere forme fantastiche ed avere

un concreto effetto sul nostro stato d’animo pur non vedendola, ma toccandola con mano.
Perciò il percorso della mostra verrà ampliato e arricchito da approfondimenti, ambienti e stanze interattive.
Tra quest’ultime, la ricostruzione di un’aula montessoriana e ambienti interattivi come il “bosco tattile” di Bruno Munari, dove si potranno vivere coinvolgenti ed inusuali esperienze tattili e multisensoriali.
Verranno, inoltre, organizzati laboratori didattici e giornate di formazione rivolti a docenti ed operatori museali.
La sfida lanciata dagli organizzatori della mostra consiste, dunque, in un viaggio per riscoprire e rivalutare il tatto, concepito come strumento in grado di percepire ciò che va oltre il semplice sguardo, per apprendere in profondità e considerare da un’altra prospettiva il significato di un’opera.
Si è spesso portati a pensare che in certi contesti ci sia un senso apposito al quale spetta il primo posto per ottenere una più completa comprensione di un determinato genere d’arte.
La mostra invita chiaramente a ribaltare tale concezione e a sperimentare su noi stessi modi diversi di concepire e percepire la realtà circostante.
Una esperienza che può essere affrontata da grandi e piccini, con notevoli risultati.
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