di Anna Attolico – Non ti serve la forza in questo periodo di crisi per l’emergenza sanitaria legata al coronavirus ma la tua resilienza. Non devi resistere, ti devi adattare ed essere flessibile.
La resilienza è un termine che era sconosciuto fino a qualche tempo fa, mentre adesso è diventata la qualità più preziosa che abbiamo. Ma cos’è la resilienza?
Molte persone confondono la resilienza con altre caratteristiche quali la determinazione, la forza di volontà, la caparbietà, la capacità di raggiungere un obiettivo. Sono concetti molto diversi.
La resilienza è molto diversa dalla forza, è più vicina alla capacità di adattamento, di flessibilità e di trasformazione.
E’ la forma che un liquido prende quando entra in un bicchiere e non si può essere troppo solidi o troppo rigidi; bisogna essere adattabili.
Il rischio di essere troppo rigidi come il ghiaccio e di non assecondare il cambiamento è quello di “spezzarsi”.
Charles Darwin diceva:
“Non è il più forte che sopravvive, né il più intelligente ma il più aperto al cambiamento”.
La resilienza è un concetto preso dalla fisica, legato alla capacità di alcuni metalli di resistere senza spezzarsi. Alcuni materiali infatti riescono ad assorbire un URTO SENZA ROMPERSI.
Dalla fisica si è passati alla psicologia definendo resilienza
la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico.
Anche la natura asseconda gli eventi. I fiori non sbocciano esattamente il 21 marzo perché è primavera ma a seconda del clima, assecondando la temperatura esterna.
Se fa troppo freddo rimandano, se fa molto caldo cominciano a germogliare sfruttando al meglio ciò che hanno a disposizione. Anche le piante fanno lo stesso assecondando il vento.
Così dobbiamo fare anche noi. Non possiamo rimanere forti delle nostre convinzioni ma
dobbiamo accogliere il tempo che viviamo come un’occasione per diventare migliori.
Assecondare il cambiamento ed usarlo a nostro vantaggio, evitando la paura e lo sconforto. Se il dolore non ci rende migliori lo stiamo sprecando.
Se impari ad essere resiliente impari a saper gestire la paura e non soccombere ad essa. Significa anche utilizzare il dolore, le crisi, le difficoltà come leva per il cambiamento.
E’ il dolore il vero acceleratore del cambiamento e non il piacere. Questo perché il dolore ha a che fare con l’URGENZA .
Se sei in una situazione grave, di pericolo, devi subito fare qualcosa, non puoi aspettare.
Il tempo di crisi ti costringe a tirar fuori la parte migliore di te per il tuo bene e per il bene degli altri.
Paradossalmente la nostra parte più coraggiosa oggi deve essere flessibile e rimanere a casa.
Stare fermi e forse meno attivi. Ma quante scoperte possono accadere in questo periodo? In cosa potrebbe diventare un vantaggio per ciascuno di noi?
Possiamo fare moltissime attività importanti: stare in famiglia, riposare, godere di un buon libro o di un bel film, fare torte o dedicarci finalmente a hobby dimenticati…
Sono tutte cose meravigliose per trasformare questo “tempo di paura” in un “tempo generativo”.
Forse la cosa più importante da fare in questo periodo è rivedere le nostre priorità e porci le domande giuste.
Quando stiamo bene raramente ci poniamo domande fondamentali. Succede più frequentemente quando entriamo in crisi.
E quali sono le domande giuste da porsi adesso?
- Cosa è importante per me e per gli altri?
- Cosa conta sul serio?
- Cosa posso fare?
- Cosa devo fare nella vita?
- Quante ragioni ho ogni giorno per essere grato?
Per far crescere la tua resilienza ci sono alcuni strumenti. I primi sono i seguenti:
- Spostare il tuo focus: non nutrirti solamente di notizie allarmanti che alimentano la tua paura e ti fanno sentire i sintomi della malattia anche se sei sano. Cerca di dare spazio a pensieri di benessere e sicurezza. Le tue emozioni cambiano se sposti la tua attenzione su cose positive. In questo modo dai tranquillità a chi ti è vicino.
- Essere grati: anche se stai vivendo un momento difficile trova tante ragioni per ringraziare perché sicuramente ne hai moltissime. Trovale e ringrazia per ciascuna di esse. Puoi partire dai tuoi occhi che vedono queste parole, alle tue mani, al tuo respiro fino ad arrivare a chi hai accanto…
- Chiedere nel modo giusto: molte persone pregano in questo periodo ed è giustissimo ma bisogno pregare nel modo giusto. Cosa intendo? Significa pregare ringraziando e rimanendo nella fiducia. Molte persone pregano lamentandosi e stando su una “vibrazione di mancanza”. E’ fondamentale rimanere su una “vibrazione di pienezza”, di fiducia sentendoci sempre in buone mani. Siamo in buone mani. E’ importante dircelo sempre. Se preghi lamentandoti attirerai altre lamentele, se preghi ringraziando con fiducia attirerai pienezza.
IMPORTANTE: evita il negativo perché il nostro cervello non lo contempla. Non dire “Non voglio ammalarmi” perché è come attirare la malattia nella tua vita. Piuttosto utilizza frasi come: “Sto bene”. “Sto perfettamente bene” “Sono in perfetta forma”.
Ultimamente ci sono molti bigliettini che dicono “Tutto andrà bene” e riempiono di fiducia ma per essere più efficaci non dovrebbero contemplare il futuro.
Il nostro cervello non comprende la negazione ma comprende anche poco il futuro. Paradossalmente la nostra mente potrebbe dire: “ma quando andrà bene?” Domani, tra un mese, tra 5 anni?
E’ più potente usare affermazioni NEL QUI E ORA.
VA TUTTO BENE. STA ANDANDO TUTTO BENE. SIAMO IN BUONE MANI.
Anche rimanendo a casa possiamo renderci utili con la consapevolezza che non è ciò che succede che fa la differenza ma come reagiamo a quello che succede.