di Anna Maria Cebrelli – Lo sappiamo bene praticamente tutti: vivere insieme, in coppia, non sempre è facile. L’amore, da solo, non basta. Sono fondamentali anche le abitudini consolidate, difficili da sradicare, e i bisogni-desideri profondi (reali o percepiti come tali) di ognuno: perché è proprio su questo campo che – se le differenze sono troppo significative – la coppia prima o poi finirà per scoppiare. E’ infatti vero che gli opposti si attraggono, ma succede solo per brevi periodi, nella fiammata di una passione, di un entusiasmo; al contrario, perché una relazione possa durare a lungo ci devono essere anche molti momenti di incontro e affinità.
Cinque sono i desideri-bisogni così importanti che è meglio osservare: la vicinanza del partner (ovvero il ricercare più o meno la sua vicinanza fisica o interiore, o sentire la necessità di condividere tutte le esperienze); il desiderio di una vita quotidiana varia, movimentata (il classico: fare cose, vedere gente, spingersi verso le novità) e al suo opposto il bisogno di tranquillità e sicurezza.
Il livello personale di conformismo (rispetto delle norme sociali di comportamento) e anticonformismo (aspirazione all’originalità, indipendenza dalle regole di comportamento che la società si aspetta) e, per finire, il mix di desiderio e inibizione nei contatti personali (ovvero dalla propensione a voler conoscere persone, stare in relazione, piuttosto che un atteggiamento più riservato, introverso e/o esclusivo verso la coppia).

La strategia giusta per confrontarsi
Per tutti ma soprattutto per chi incontra delle difficoltà e vive nella relazione delle insoddisfazioni riferite ai temi sopra detti, quattro step possono aiutare:
1) riflettere e chiarirsi sui propri reali bisogni (spesso infatti non li abbiamo così chiari neppure noi oppure tendiamo a sopravvalutarli/sottovalutarli);
2) cercare un momento per confrontarsi serenamente con il/la partner (un aspetto importante, fondamentale in ogni relazione, è non lasciare che le nostre richieste o bisogni restino “impliciti”, nell’attesa fantastica di venire magicamente esauditi dalla persona che amiamo senza bisogno di chiedere espressamente, senza necessità di esprimere i nostri vissuti);
3) chiarirsi sulla propria reale disponibilità e volontà ad incontrare l’altro per quel che è (senza aspettative o desideri di cambiarlo);
4) fare un’ulteriore riflessione per comprendere se si possono ragionevolmente accogliere gli stimoli che arrivano dalle diversità di bisogni-desideri.
Le strade sono due, in prospettiva: accettare entrambi – o meglio, scegliere consapevolmente, per amore – di sperimentarsi in nuovi percorsi e nuovi modi di stare, da soli e in coppia, nel rispetto reciproco (a patto che non siano in senso stretto dei “compromessi”: una rinuncia, a lungo andare, non è una strategia vincente).
Oppure prendere atto delle differenze inconciliabili, darsi del tempo per elaborare questa informazione e poi decidere, insieme, cosa fare.