di Anna Attolico – Conosci la sindrome del papavero alto? Forse la vivi o la subisci e non lo sai.
Molte persone vivono ogni giorni problemi e insoddisfazione nel mondo nel lavoro e nelle relazioni. Tra le tante ragioni c’è quella collegata al posizionamento.
Come posizionamento si intende la percezione che abbiamo di noi stessi all’interno di un gruppo.
Potremmo ad esempio percepire gli altri molto più in alto di noi e provare ad abbassarli. In quel caso è meglio capire come hanno fatto ad arrivare lì e chiedere di poter imparare.
Oppure potresti essere tu quello più in alto e per proteggere gli altri e non farli sentire minacciati, potresti addirittura arrivare ad auto-sabotarti, facendo meno bene ciò che invece ti viene benissimo oppure tacendo anche quando la tuo opinione potrebbe essere illuminante.
E’ la nostra luce che può farci paura, non il nostro buio.
Questo è abbastanza frequente se pensiamo che la nostra bravura possa minacciare gli altri o addirittura il nostro capo nella sua posizione.
Tendiamo quindi ad abbassarci e a fare meno anche per non rischiare il posto di lavoro.
Questo atteggiamento si chiama la SINDROME DEL PAPAVERO ALTO che può portare a tagliare i fiori che crescono più degli altri in modo da non far sfigurare quelli più bassi.
Trasibulo rispose con questa azione: iniziò a camminare nei campi e, ogni volta che trovava una spiga più alta delle altre, la tagliava e l’appoggiava a terra, rimanendo in silenzio.
“Preferisco sentirmi un cretino guardando persone intelligenti, che sentirmi intelligente guardando persone cretine”.
- le nostre competenze
- il nostro sapere
- la nostra bellezza
- e la nostra luce.
Foto di copertina Adina Voicu da Pixabay