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Ricette slow: nel giorno di Ognissanti si mangiano le “fave dei morti”

In Umbria è consuetudine cucinare le fave e preparare biscotti con mandorle

di Carla Chiuppi
1 Novembre 2021
in Buenvivir
Tempo di Lettura: 2 mins read
53 2
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di Carla Chiuppi – Il primo novembre è il giorno di Ognissanti ma nella mia famiglia era molto sentita la commemorazione dei defunti. La candela accesa alla finestra era lì per almeno una settimana, mia nonna acquistava i lumini al mercato e li accendeva il 31 ottobre.
In Umbria, questo è il periodo delle fave secche. Nelle campagne i coloni e gli operai usavano mangiare le fave per la prima colazione.

Venivano lessate dopo averle messe a bagno per una notte intera. Dentro alla pignatta vicino al fuoco bollivano lentamente fino a cottura. Dopo aver tostato il pane e strisciato con aglio, le fave vi venivano adagiate sopra, accuratamente scolate dalla propria acqua e condite con un filo di olio.

Io lesso le fave nella pentola di coccio, aggiungo uno spicchio di aglio intero, senza togliere la camicia. Una volta lessate le passo con un passatutto e ci faccio dei crostini, sempre con pane tostato, olio e una bella macinata di pepe.

Le fave, fin dall’antichità sono state considerate un legume legato all’aldilà. Si offrivano in dono agli abitanti dell’Ade.

Se fate attenzione al fiore delle fave (tra l’altro molto bello) noterete una macchia nera. Si credeva fosse la porta dell’Ade, il collegamento dei vivi con i morti, tanto che non si poteva calpestare il campo di fave.

Il fiore delle fave

In alcune zone dell’Umbria, una volta lessate, le fave vengono portate a benedire ancora oggi. 
Legate a queste consuetudini si utilizzano come alimento in questi giorni come zuppa di fave secche o crostini con paté di fave.

Poi ci sono i classici dolci per il giorno dei defunti, le fave dei morti.

Alla base di questi biscotti ci sono le mandorle, offerte dalla natura in questo periodo.
La ricetta – come tutte le altre viene dal mio ricettario –  è intitolata così:

Fave dolci di Stefania

INGREDIENTI

  • 200 g di mandorle sgusciate ma con la pellicina
  • 250 g di zucchero
  • 125 g di farina
  • 10 g di cannella in polvere
  • Due o tre mandorle amare (le trovate in una buona drogheria)
  • Buccia grattugiata di un limone
  • 20 g di burro
  • 2 uova

PROCEDIMENTO

  • Tritate in un mixer le mandorle, aggiungendone un paio amare.
  • Mettete le mandorle in una ciotola, aggiungete tutta la parte secca degli ingredienti, mescolate tutto poi aggiungente le uova e il burro ammorbidito.
  • Ricavate un impasto morbido e ben amalgamato.
  • Preparate una teglia rivestita di carta forno, bagnate le mani e formate delle palline grandi a piacimento, io le faccio della grandezza di una noce grande.
  • Ponetele ad una distanza di qualche centimetro perché tendono ad allargarsi. Fate una leggera pressione sopra ad ogni pallina ed infornate a 180° con forno già caldo.
  • Tenetele d’occhio, in 10/15 minuti saranno pronte, o appena prendono colore.
  • Sono ottime dopo un paio di giorni ma non so se riuscirete ad aspettare di assaggiarle.
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Carla Chiuppi

Carla Chiuppi

Sono una educatrice, appassionata di viaggi, cucina e narrazioni di ricette legate alla tradizione e ai riti familiari. Io B-hop perché il cibo è cultura, e conoscere le diverse culture attraverso il cibo è qualcosa che mi entusiasma enormemente. La cucina è il luogo fisico che si tramanda di generazione in generazione, ogni storia è unica ma nello stesso tempo ci accomuna e ci unisce in una dimensione di universalità.

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