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Home Buenvivir

Ricette slow: le ciambelline all’anice

di Carla Chiuppi
17 Giugno 2021
in Buenvivir
Tempo di Lettura: 3 mins read
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di Carla Chiuppi – In ogni luogo, in ogni paese, in ogni comunità si usava preparare cibi da offrire, donare o semplicemente da condividere attorno ad una tavola, durante riti, ricorrenze, feste.

Nella mia famiglia era usanza preparare le ciambelline all’anice, una ricetta senza dosi scritte, semplice.

La distinzione tra l’alimentazione dello straordinario, e quella del quotidiano, è sempre legata ai passaggi fondamentali del ciclo della vita. Non certo riferita alla quantità o qualità del cibo, quanto agli aspetti sociali e culturali ad esso connessi. Il cibo, allora, diventa nutrimento culturale, momento di condivisione, elemento che nutre l’anima e ci offre occasione di incontro, consentendo di esprimere le sensazioni connesse all’identità sociale e all’appartenenza culturale.

Nella preparazione delle ciambelline all’anice c’è  molta simbologia. Mi piace immaginare che in passato, aprendo la dispensa, si trovava spesso la farina, raramente lo zucchero, dell’olio non sempre nuovo e di prima spremitura, semi di anice (Pimpinella anisum, si credeva scacciasse le negatività) e un po’ di vino.

La forma è nota, ricorda il ciclo della vita.

Ricordo mia madre che le preparava e poi le riponeva in un grande barattolo di vetro; era severamente vietato mangiarne se non autorizzati per eventi speciali!

La cosa magnifica di questa ricetta è che non occorre la bilancia.

Una tazza o un bicchiere, può essere il nostro strumento di misurazione. Scegliete la dimensione a seconda di quante ne vorrete fare. Se opterete per il bicchiere ne verranno circa 30 ma poi raddoppierete la dose!

Ingredienti:

  • un bicchiere di vino
  • due cucchiai colmi di buon anice
  • un bicchiere, scarso, di olio
  • un bicchiere, scarso, di zucchero
  • farina, ciò che raccoglie l’impasto, che dovrà risultare sodo e morbido da poter maneggiare senza che si appicchi alle mani.

Procediamo:

  • La sera prima, mettete nel bicchiere di vino i due cucchiai di semi di anice. Acquistateli in una buona drogheria, la qualità ci permetterà di avere un ottimo risultato e di bilanciare sapore e profumo.
  • Il giorno successivo mettete la farina (indicativamente due bicchieri, per il momento ma tenetela vicino a voi per la preparazione) su una spianatoia.
  • Formate una fontana con la farina e al centro mettete, lo zucchero, l’olio, il vino che avrete filtrato dai semi di anice.
  • Impastate fino ad ottenere un composto omogeneo, se ci sarà bisogno aggiungete farina. L’impasto dovrà essere morbido, non appiccicoso e maneggiabile per ottenere dei cilindretti che andrete a tagliare formando delle ciambelline.
  • Preparate, se vi piace, dello zucchero di canna in un piatto in cui passerete le ciambelline prima di metterle nella teglia, foderata con della carta forno.
  • Una volta pronte nella teglia, infornate a 180° per 20 minuti circa, ma fate attenzione! Si dovranno colorire leggermente.

Si mantengono in una scatola lontano da fonti di calore e umidità.

Alcune variazioni che ho fatto nel corso degli anni: aggiungo alcuni semi di anice nell’impasto, quelli che ho messo nel vino.

Il vino lo passo in un passino stretto, a volte l’anice ha delle scorie. Utilizzo sempre vino di buona qualità, ultimamente ho utilizzato vino rosso (ciliegiolo) il sapore è più intenso, da provare. Uso lo zucchero di canna o integrale ma diminuisco un poco la quantità. Metto olio EVO, se le volete più leggere potete utilizzare l’olio di semi ma sempre di ottima qualità.

Servitele a fine pasto con lo stesso vino con cui le avete preparate o con un vino dolce o semplicemente da sole.

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Carla Chiuppi

Carla Chiuppi

Sono una educatrice, appassionata di viaggi, cucina e narrazioni di ricette legate alla tradizione e ai riti familiari. Io B-hop perché il cibo è cultura, e conoscere le diverse culture attraverso il cibo è qualcosa che mi entusiasma enormemente. La cucina è il luogo fisico che si tramanda di generazione in generazione, ogni storia è unica ma nello stesso tempo ci accomuna e ci unisce in una dimensione di universalità.

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